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La ricercatrice, programmi promozione salute e sicurezza sul lavoro più efficaci con giovani

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Roma, 7 apr. (Labitalia) – “I programmi di promozione della salute (pls) nei luoghi di lavoro risultano più efficaci in popolazioni con più impiegati, in popolazioni più giovani, se l’intervento prevede un contatto almeno settimanale mantenendo alto il coinvolgimento e se la partecipazione iniziale è bassa”. E’ quanto emerge dallo studio ‘Promozione della salute nei luoghi di lavoro: una metanalisi dell’efficacia degli interventi’, curato dalla ricercatrice Elena Farina.
“Viceversa, i piani di promozione della salute – fa notare – risultano meno efficaci, sul posto di lavoro, se è presente un consulente o se il gruppo di controllo riceve un minimo di intervento”.
“Il risultato è stato raggiunto – spiega Elena Farina – attraverso una ricerca bibliografica che ha visto la selezione di 18 studi da includere nella metanalisi. Inizialmente sono state condotte cinque metanalisi usando modelli ad effetti casuali: una metanalisi complessiva e quattro metanalisi separate, una per ogni risultato come la salute percepita, l’assenza per malattia, la produttività sul lavoro e il work ability, cioè pari opportunità lavorative per persone disabili”.
“Un altro obiettivo a cui puntava Elena Farina nell’elaborazione dello studio è quello della “valutazione dell’influenza delle caratteristiche della popolazione, del tipo di studio, dei contenuti dell’intervento e della qualità metodologica sull’efficacia di questi programmi”.
“In generale – sottolinea – il posto di lavoro è considerato un ottimo contesto in cui fare promozione della salute perché sono presenti reti sociali naturali ed è possibile raggiungere un gran numero di persone”.
“Negli ultimi decenni sono stati sviluppati e valutati – ricorda – numerosi programmi di promozione della salute nei luoghi di lavoro atti a contrastare stili di vita malsani che possono favorire l’insorgenza di malattie croniche e ridurre la capacità lavorativa aumentando l’assenteismo”.