Home Nazionale Lavoro: Direzione Pd va avanti, affondo D’Alema-Bersani ma si tratta

Lavoro: Direzione Pd va avanti, affondo D’Alema-Bersani ma si tratta

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Roma, 29 set. (Adnkronos) – Intanto il reintregro non solo per i licenziamenti discriminatori ma anche per quelli disciplinari. E poi la disponibilità a incontrare Cgil, Cisl e Uil a palazzo Chigi. Per “sfidarli”. Non sulla riforma del lavoro, ma su rappresentanza sindacale, salario minimo e contrattazione di secondo livello. Visto il muro dei giorni scorsi, uno spiraglio di apertura da parte di Matteo Renzi è stato colto nel suo intervento alla Direzione del Pd.
Uno spiraglio su cui si sta lavorando per farlo diventare qualcosa di più. Magari un documento di mediazione. Ci stanno lavorano il vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini, e i ‘dialoganti’ della minoranza come Roberto Speranza e Guglielmo Epifani, tra gli altri. Proprio Epifani intervenendo ha evidenziato come Renzi abbia fatto “un passo in avanti sul reintegro per motivi disciplinari” spiegando che però questo non basta. Al contrario dei Giovani Turchi che già individuano una base di accordo nelle aperture di Renzi.
Nella delega alla riforma del lavoro, grazie al lavoro fatto, “sono entrati alcuni elementi fondamentali -dice Matteo Orfini- modifiche, passi avanti, che dimostrano lo sforzo di un ascolto reciproco che aiuto tutti a non disperdere. Dobbiamo cercare fino all’ultimo di trovare una sintesi non offrendo al Paese l’immagine di un partito che si divide”, sottolinea Orfini. Ma la sintesi è ancora da definire e resistono distanze. “Ancora si sta trattando”, si fa sapere. L’accordo in extremis, invocato anche da Gianni Cuperlo nel suo intervento, è tutto in salita insomma e, si fa notare, certi interventi come quelli dei renziani Roberto Giachetti e Ivan Scalfarotto non hanno certo aiutato.
(Adnkronos) – Se una parte della minoranza è alla ricerca di un accordo, i ‘big’ della componente hanno invece affondato il colpo durante il dibattito della prima vera Direzione della segreteria Renzi. Sia nel merito della questione lavoro che sulle dinamiche interne al partito. Su tutti Massimo D’Alema e Pier Luigi Bersani. Il primo ha accusato Renzi, tra le varie cose, anche di dire cose discutibili dal punto di vista della realtà delle cose: “Il dibattito politico deve mantenere un forte aggancio alla realtà, ma io potrei fare un lunghissimo elenco di affermazioni prive di fondamento”.
Mentre Bersani ha puntato il dito sul metodo di gestione del partito da parte di Renzi: “Ai neofiti della ditta dico che non funziona così. Io voglio poter discutere prima che ci sia un prendere o lasciare, prima che mi si carichi della responsabilità di far traballare un partito o il governo”. Ed ancora: “Noi sull’orlo del baratro non ci andiamo per l’articolo 18. Ci andiamo per il metodo Boffo, perche’ se uno dice la sua, deve poterla dire senza che gli venga tolta la dignità”.
Nonostante la durezza degli interventi dei big della ‘precedente gestione’, parte della minoranza comunque lavora per una mediazione. “Ci proviamo fino all’ultimo minuto utile”, si spiega. Intanto la Direzione prosegue, ultimi interventi prima della replica di Renzi e quindi del voto finale.