Home Nazionale Lavoro: minoranza Pd ‘sintesi o conti in aula’, Renzi ‘sono pronto’/Adnkronos

Lavoro: minoranza Pd ‘sintesi o conti in aula’, Renzi ‘sono pronto’/Adnkronos

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Roma, 26 set. (Adnkronos) – I rapporti restano interotti, almeno al momento. Nessun contatto. “Nessuno di noi ha parlato direttamente con Matteo Renzi”, dicono dalla minoranza Pd. “Lui torna stanotte, magari domani…”. Sì, magari domani. Per ora, dal premier continua a non arrivare alcuna apertura in vista della Direzione di lunedì. Un muro di fronte al quale Pier Luigi Bersani avverte: senza intesa “si andrebbe incontro a un percorso complicato” in Parlamento.
Ma la ‘pistola sul tavolo’ degli emendamenti, sottoscritti da 40 senatori Pd su 109, non sembra impensierire troppo Renzi. “Per tornare a fare l’Italia siamo pronti, se servirà, a fare battaglie in Parlamento e a sfidare i poteri forti”, dice il premier dagli Stati Uniti.
Il presidente del Consiglio, poi, fa sue le parole del ministro Giuliano Poletti che ieri avevano fatto stizzire parecchi nel Pd. “Non ci sarà alcun pasticcio, condivido alla lettera le parole del ministro Poletti. Faremo una riforma fatta bene che sarà degna di questo nome”. Ribatte Alfredo D’Attorre di Area riformista: “Nessun pasticcio e nessuna medazione purchessia. Noi proponiamo una sintesi seria. Restiamo disponibili fino all’ultimo”. Ma Filippo Taddei, responsabile Economia della segreteria Renzi, esclude incontri prima della Direzione di lunedì: “Non metterei altri passaggi prima di quelli che dovrebbero esserci”.
(Adnkronos) – Nel delicato dibattito politico sulla riforma del lavoro, oggi è intervenuta anche al Cei. “La Chiesa pensa che bisogna guardare con più realismo alle persone che non hanno lavoro e che cercano lavoro”, ha detto il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino. La risposta è affidata al vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini: “Il governo sta lavorando per rispondere con i fatti”.
‘Fatti’ come la riforma del lavoro “che, fuori da polemiche ideologiche, estende tutele e diritti a chi fino ad oggi non li ha avuti e incentiva le imprese ad assumere”. Una visione che non è condivisa da Bersani: “Questa delega ha bisogno di precisazioni, ti deve indicare la direzione di marcia, e sono certo che un po’ di cose riusciremo ad aggiustarle. Altrimenti, il rischio è che dici di voler andare in Germania e poi finisci in Spagna”.
Ed ancora. “Quando si parla di temi così delicati non si può fare con un prendere o lasciare. Questo non è accettabile. Per noi la tenuta del governo e l’unità del Pd sono un patrimonio essenziale. Ma qui si stanno toccando aspetti che riguardano la vita di milioni di lavoratori. Io passo sopra alle offese e anche alla mancanza di rispetto, sto sul merito. Degli emendamenti discuteranno i gruppi, non sarò certo io a dare indicazioni. Ma è chiaro che va trovato un equilibrio tra la dignità dei parlamentari, il partito e il governo”. Ribatte il senatore renziano Andrea Marcucci: “Adesso e’ tutto chiaro, anche oggi Bersani e la minoranza Pd ci spiegano che se facciamo quello che vogliono, loro sono d’accordo. Buono a sapersi ma decide la direzione”.
(Adnkronos) – “No, continuano a non esserci grandi segnali di dialogo…”. Alfredo D’Attorre, minoranza Pd, risponde così quando gli viene chiesto se vi sia qualche novità sul fronte del dibattito interno ai dem sulla riforma del lavoro. “Noi continueremo a insistere fino a lunedì. Restiamo disponibili a ragionare con Renzi fino all’ultimo secondo utile. Ma, sia chiaro, non siamo alla ricerca di una mediazione qualunque, ma di una sintesi seria. Poi, se Renzi non vuole aprire, vuol dire che se ne assumerà la responsabilità e noi difenderemo le nostre posizioni nella discussione in Direzione”. , conclude D’Attorre.
Ed ancora Cesare Damiano: “Sull’articolo 18 bisogna trovare un accordo nel Pd, ma per fare un accordo bisogna essere in due. Come minoranza abbiamo dimostrato di essere disponibili al dialogo”. Ma Filippo Taddei, responsabile Economia della segreteria Renzi, mette le mani avanti ed esclude ogni confrotno prima della Direzione di lunedì: “Prima di mediazioni parlerei di proposte chiare. Per il momento stiamo parlando, come è necessario in una fase di preparazione alla discussione. Poi ci sarà il momento del chiarimento delle proposte, quindi quello della discussione vera e propria nella direzione di lunedì e infine quello della decisione. Non metterei altri passaggi prima di quelli che dovrebbero esserci”.
Quanto al rischio che in aula possano mancare voti alla delega sul lavoro da parte del Pd, Taddei minimizza: “Eventualmente vedremo quanto sarà ampia questa divisione. Non penso che sia in discussione il fatto che questa è una riforma che afferma i valori del Partito democratico. Non mi preoccupo di chi verrà in sostegno anche perché non ce ne sarà bisogno”.