Roma, 18 nov. (AdnKronos) – “Se l’idea e’ che il sistema economico imprenditoriale italiano per reggere la competizione europea e mondiale ha bisogno di massacrare i salari dei lavoratori questa non è la nostra strada”. Lo ha detto il ministro del Lavoro Giuliano Poletti intervenendo al workshop su ‘Internet, jobs & skills’ promosso da Telecom Italia con l’Ocse. Poletti ha ribadito come viceversa l’introduzione di nuove regole può se non produrre nuova occupazione facilitare una competitività tra imprese non basata sul costo del lavoro.
“Oggi su 100 avviamenti al lavoro 85 sono contratti a tempo determinato”, ha ricordato indicando che “se i contratti costano alla stessa maniera allora le imprese decideranno di usare il contratto a seconda dei propri bisogni”. Bisogna insomma “avere il coraggio di porsi anche il problema di quei 15”.
Dunque “la prima risposta al problema sta nell’introduzione del contratto a tempo determinato a tutele crescenti che noi vogliamo competitivo dal punto di vista regolamentare (flessibile sia in entrata che in uscita) con delle tutele e che abbia un livello di costo competitivo”. Intorno a questo strumento “occorre fare pulizia e cercare di farlo in modo da non creare competizione sui contratti”; questo perché “possiamo scrivere le regole che vogliamo ma se un contratto costa il 20% di meno l’azienda usera’ quello”, ha concluso Poletti.