Home Nazionale Lavoro: Renzi tira dritto, riforma non rinviabile, Pd guarda al futuro/Il punto

Lavoro: Renzi tira dritto, riforma non rinviabile, Pd guarda al futuro/Il punto

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Roma, 24 set. (Adnkronos) – Una riforma del mercato del lavoro non più rinviabile, un partito che sceglierà il futuro e non il passato. Matteo Renzi a New York presenta l’Italia che ha in mente e in occasione del Council of foreign relations non lascia passare una conferenza stampa senza ribadire punto per punto che sul Jobs act tira dritto. In patria, il Movimento Cinque Stelle prova a incunearsi nei dissidi interni al Pd, ma Renzi ostenta sicurezza. Nel Pd sul lavoro “c’è una discussione” che “rispetto” e che “può aiutare a uscire su una posizione più forte”. Ma “non è pensabile che ci sia un momento in cui uno si ferma e si tira indietro”.
Insomma, si ascolteranmno tutti, tuttavia la linea è che “ci sono delle cose che in Italia vanno fatte, punto: la riforma costituzionale, la legge elettorale nel più breve tempo possibile, la riforma della Pa, quella della giustizia e la riforma del lavoro, che è irrinviabile”. E quindi, lunedì in direzione, “ci si ascolta, si decide e si va tutti insieme”. In Italia, infatti, il mercato del lavoro è “concentrato sul passato” ed è “la prima cosa da cambiare”. E il premier si dice “molto ottimista sul fatto che il mio partito, il Pd, decida di investire nel futuro e non difendere il passato”. E ancora, a dimostrazione della caparbietà con cui persegue l’obiettivo, assicura: “Magari perderò le elezioni nel 2018, ma ho deciso di cambiare il mio Paese”, e di ”investire il 41% delle europee non per la mia carriera personale”.
Nel frattempo, in Italia succede che il ‘Corriere della sera’ pubblichi un editoriale del direttore Ferruccio de Bortoli, mai così critico nei confronti del presidente del Consiglio, al quale il partito tutto sommato non sembra dare troppo peso; e succede soprattutto che Beppe Grillo tramite il suo blog provi a offrire una sponda alla minoranza dem per mandare a casa Renzi, a pochi giorni dalla cruciale direzione del partito. Se il leader direttamente attacca il premier che si fa gli Usa “coast to coast” mentre l’Italia “fallimento dopo fallimento muore”, sul blog dell’ex comico Aldo Giannulli fa una mossa audace e si rivolge “ai compagni del Pd”. (segue)
Sul blog di Grillo appello ai compagni del Pd, Renzi a casa
(Adnkronos) – Quella sul lavoro, scrive Giannulli, è una “controriforma” e lo studioso sottolinea che “Renzi sta riuscendo dove non sono riusciti Monti e Berlusconi, lui, segretario del Pd, sta trattando la Cgil come uno straccio per la polvere: compagni del Pd cosa aspettate ad occupare le sedi e far sentire la vostra voce? O siete diventati tutti democristiani? Questo sarà uno scontro generale che avrà conseguenze che andranno molto oltre la questione in sé, esattamente come si pensa di fare dall’altra parte della barricata”.
“Ma quello che conta di più è il senso politico generale dell’operazione -prosegue Giannulli- avviare una nuova offensiva di ampia portata contro il lavoro e le sue garanzie. Dopo verrà l’attacco all’illicenziabilità della Pa, l’ulteriore taglio dei salari, l’ulteriore dequalificazione della forza lavoro e la definitiva espulsione del sindacato alle aziende. Tappe che vedremo succedersi rapidamente, una volta ottenuta la legittimazione di una vittoria sulla questione dell’art. 18: quello che conta qui, più che la questione in sé, è la sua valenza simbolica”.
Per questo, dal blog di Grillo il M5S strizza l’occhio alla minoranza del Pd. “Lo scontro che si sta profilando – scrive lo studioso – impone che abbiamo tutti molta generosità, mettendo da parte recriminazioni pur giuste, per realizzare la massima efficacia dell’azione da cui non ci attendiamo solo il ritiro di questa infame ‘riforma’, quanto l’occasione per mandare definitivamente a casa Renzi: con l’azione parlamentare e con l’azione di piazza, con gli scioperi, spingendo la minoranza Pd a trarre le dovute conseguenze di quanto accade”. (segue)
Civati, esca avvelenata – Cuperlo, stupida provocazione
(Adnkronos) – Un appello in casa altrui che non coglie impreparati gli esponenti della minoranza del partito, che prendono atto ma ‘leggono’ benissimo il senso della proposta: quello di Grillo “è un appello malizioso, un’esca sbagliata oltre che avvelenata. Oltretutto, Grillo esca dall’ambiguità: sui sindacati la pensa esattamente come Renzi”, dice Pippo Civati, che sottolinea: il disagio della minoranza del Pd per le posizioni del premier sulla riforma del lavoro “prescinde dalla valutazione di Grillo. Se Renzi va fino in fondo, per noi si crea un problema importante, e non certo per corrispondere alle aspettative di Grillo. Se il premier insiste, la rottura sarà inevitabile”.
“A me -prosegue- interessa la riforma del lavoro non che si faccia cadere il governo come sperano i grillini. Io poi non chiedo molto, vorrei solo che Renzi tornasse alle sue posizione di agosto: diceva la stesse cose che dico oggi io, dunque no a modifiche all’art. 18 e introdurre un sistema di tutele progressive. Era, oltretutto, la stessa posizione di Renzi alle primarie del Pd, lo ricordo bene”. Quanto ad eventuali contatti tra la minoranza dem e i 5 Stelle, “noi abbiamo inviato le nostre proposte a tutti, dunque anche ai 5 Stelle. Niente di più, niente di meno”.
Nemmeno il leader di Sinistradem Gianni Cuperlo dà troppo credito all’iniziativa M5S: “Non credo -afferma- che dobbiamo rispondere a stupide provocazioni. Far cadere Renzi sarebbe da irresponsabili” anche perché “il governo sta lavorando in una situazione di difficoltà cercando di far uscire il Paese dalla crisi. Ha fatto scelte difficili e importanti. E noi lo sosteniamo. Sulla questione del lavoro discuteremo nel Pd e troveremo una soluzione unitaria e utile a riformare il mercato del lavoro in modo positivo e moderno. La sinistra non lavora per far cadere il governo ma per aiutarlo a fare riforme migliori”. Taglia corto con un tweet il capogruppo Pd alla Camera Roberto Speranza: “Caro Grillo è il tuo populismo il vero nemico delle sinistra. Il Pd vuole riforme e diritti per tutti. Tu stai con Farage”. (segue)
D’Attorre, Renzi accetti un confronto prima della direzione
(Adnkronos) – Per Miguel Gotor, di Area riformista “Grillo è un piccolo ayatollah e non sa cosa sia un partito e il valore prezioso del dibattito interno” e precisa che la minoranza del Pd “è impegnata a migliorare la delega lavoro per rafforzare l’azione del governo, con una discussione seria sul merito di singoli punti qualificanti che interessano la vita concreta di milioni di persone. Rispediamo quindi al mittente la sua provocazione, che ha l’unico obiettivo di indebolire il Pd e, come al solito, di creare confusione”.
Una richiesta a Renzi di confrontarsi sul serio in merito al Jobs act viene comunque dal bersaniano Alfredo D’Attorre, che chiede al segretario del partito di rendersi “disponibile ad un confronto prima della Direzione” altrimenti sarà “il solito copione in streaming già scritto”. D’Attorre prefigura un “lavoro istruttorio non per sostituire la discussione in Direzione, ma per farla partire dal terreno migliore. Altrimenti sarà il solito copione in streaming già scritto. Spero Renzi si renda disponibile a un confronto quando tornerà dagli Stati Uniti o deleghi qualcuno a farlo”.
A ridimensionare la portata dell’offerta grillina però è il capogruppo alla Camera Andrea Cecconi, che assicura: “Nessuna intesa” con Bersani e company. “Loro -sottolinea- hanno i loro emendamenti, noi presenteremo i nostri. Nessun accordo sottobanco o inciucio, non è da noi. Se siamo in sintonia su alcuni temi, li voteremo insieme in Aula come già avvenuto in altre occasioni”. E ancora: “Precarizzare il lavoro, come intende fare il governo Renzi, è un’idiozia. Noi questa ‘contro-riforma’ la contrasteremo, minoranza Pd o no. Certo, ci fa piacere che all’interno di altri gruppi politici ci sia la stessa volontà”.