Home Nazionale Le famiglie pagano di imposte ambientali 9,7mld in più di quanto inquinano

Le famiglie pagano di imposte ambientali 9,7mld in più di quanto inquinano

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Roma, 8 apr. – (Adnkronos) – Il settore delle famiglie paga imposte ambientali in misura significativamente maggiore rispetto alle esternalità ambientali generate: ben 24,8 miliardi di gettito contro i 15,1 miliardi di esternalità prodotte. E’ quanto emerge da un’indagine di Ecba Project sui costi ambientali e sanitari delle emissioni dei settori di attività economica in Italia, che fornisce informazioni a supporto del processo di riforma della fiscalità ambientale, in applicazione del principio ”chi inquina paga”, secondo il quale l’imposta ambientale deve colpire il soggetto che inquina e la base imponibile dell’imposta deve basarsi su un impatto ambientale provato e specifico.
Il 27 marzo è infatti entrata in vigore la legge n. 23/2014, di delega al governo in materia fiscale (‘Disposizioni per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita’), che prevede, all’art. 15, un disposto specifico per la riforma della fiscalità ambientale. Entro un anno il governo dovrà adottare, con opportuni decreti legislativi, nuove forme di fiscalità finalizzate a orientare il mercato verso modi di consumo e produzione sostenibili.
Dall’indagine di Ecba Project emerge che la stima totale dei costi esterni associati alle emissioni in atmosfera di tutti i settori di attività nel 2012, famiglie incluse, ammonta a 48,3 miliardi, pari al 3,1% del Pil. Dato che in base all’ultima indagine dell’Istat il gettito dell’attuale regime di imposte ambientali, includendo le imposte sull’energia, è stato di 45,5 miliardi di euro nel 2012, il grado di copertura delle esternalità ambientali da parte del fisco è apparentemente molto elevato, pari al 94%.
In realtà, l’analisi di dettaglio condotta da Ecba Project evidenzia forti iniquità fra settori e, soprattutto, l’approccio di valutazione dei costi esterni permette di evidenziare le incoerenze e la scarsità di relazioni fra l’attuale regime di fiscalità e i costi esterni derivanti dai consumi energetici e dalle altre attività inquinanti dei settori economici.Le famiglie, dunque, pagano molto più di quanto inquinano (così anche il macro-comparto dei servizi con 14,5 miliardi di imposte contro i 9,3 miliardi di costi esterni generati), mentre molti settori industriali pagano meno rispetto al loro impatto ambientale.
Il comparto dell’Industria ad esempio paga imposte ambientali che corrispondono ad appena il 41% dei rispettivi costi esterni (5,2 miliardi di gettito nel 2012 contro i 12,8 miliardi di costi esterni generati). Ad un ulteriore livello di disaggregazione, emerge come quasi tutti i settori dei servizi (ivi inclusi il commercio e i trasporti e logistica, che hanno esternalità elevate), sono gravati da un’imposizione ambientale superiore ai costi esterni generati, mentre l’industria manifatturiera si trova nella situazione opposta: a fronte di costi esterni prodotti pari a circa 7,1 miliardi, corrisponde un gettito di 3 miliardi (42% dei costi esterni).
Il settore dell’energia elettrica e gas presenta un gettito appena superiore a 1 miliardo di euro a fronte di 3,7 miliardi di costi esterni del settore; va tuttavia evidenziato che in questo caso il fisco applica il principio ”l’utente paga”, facendo pagare l’imposta sull’elettricità (gettito di 3,4 miliardi) agli utenti finali, che, diversamente dai produttori, non hanno alcuna capacità di controllo sulle scelte tecnologiche e gestionali riguardanti le modalità di produzione dell’energia elettrica.
L’indagine inoltre offre la possibilità di verticalizzare l’analisi sul potenziale gettito di imposte ambientali gravanti su specifici inquinanti, quali ad esempio la carbon tax e la tassa sulle emissioni di So2 e Nox. In base alle stime di Ecba project, il gettito complessivo di una tassa sulla Co2 (includendo anche, in termini equivalenti, il metano e il protossido di azoto) potrebbe raggiungere in Italia i 13 miliardi di euro, di cui 2,9 miliardi a carico delle famiglie e 10,1 a carico delle imprese.
L’estensione della tassa sulle emissioni di So2 e Nox a tutti i settori che sono causa di queste emissioni, potrebbe portare ad un incremento del gettito dagli attuali 14 milioni di euro, corrisposti per il momento dalle sole centrali elettriche, a ben 10,1 miliardi di euro, con un incremento di gettito di 700 volte.
In quest’ipotesi, il gettito per il settore dell’energia elettrica e gas dovrebbe aumentare dagli attuali 14 a 645 milioni di euro. La tassa ambientale col potenziale maggiore è una possibile imposta sulle polveri sottili (Pm2,5) che, in applicazione del principio chi inquina paga, potrebbe ambire ad un gettito complessivo da tutti i settori di ben 17 miliardi di costi esterni.