Home Attualità Lombardia: lavoro sempre più instabile per i giovani

Lombardia: lavoro sempre più instabile per i giovani

0

Roma, 3 dic. (Labitalia) – Tempi difficili per i giovani sul mercato del lavoro anche in Lombardia. Dal 2009, anno d’inizio della crisi, tra i giovani con età compresa tra 15 e 29 anni è aumentato il numero dei disoccupati (passano dal 9% al 20,1%), mentre sono diminuiti gli occupati a tempo indeterminato (dal 55,7% al 45,4%). Un peggioramento che riguarda soprattutto i giovani che non proseguono gli studi oltre la scuola dell’obbligo, ma che inizia a colpire anche quelli con livelli di istruzione più elevati: il 30% dei laureati in Lombardia a un anno dalla laurea è senza lavoro. E’ quanto emerge dal rapporto Specula 2014, realizzato da Formaper, azienda speciale della Camera di commercio di Milano grazie al contributo di Regione Lombardia, Unioncamere Lombardia e Camera di commercio di Milano in partnership con province e università lombarde.
Chi è occupato, lo è con contratti non stabili: solo il 10,2% è a tempo indeterminato e circa uno su undici in apprendistato (8,8%) mentre è il tempo determinato il contratto più diffuso (13,1%), seguito dallo stage/praticantato (10,4%) e dalle collaborazioni (5,2%). Circa un laureato su venti (5,1%), poi, lavora tra l’estero e fuori regione o sceglie di diventare imprenditore (4,4%) o lavoratore autonomo (6,8%, +41,4% in due anni). Aumenta anche il tempo per trovare lavoro, passa dai 151 giorni per il 2012 ai 163 giorni del 2013.
Un mercato del lavoro difficile, quindi, in cui l’offerta supera la domanda e si preferiscono i laureati magistrali ai triennali, i primi più occupati o con contratti più stabili, e gli uomini alle donne, che a parità di qualifica vengono inserite più spesso in attività d’ufficio (25,5% contro 17,8% degli uomini) e in attività esecutive nel commercio (14,7% contro 7,9%); in media le donne più degli uomini iniziano a lavorare ancora prima di laurearsi, ma nel complesso sono meno occupate.
Ma qualche segnale positivo c’è: la tenuta del numero dei laureati e degli immatricolati nelle università lombarde, con un orientamento verso le lauree più forti; la crescita dell’inserimento di laureati nella manifattura, settore che tradizionalmente in Italia ricorre poco a forza lavoro ad elevata qualifica; l’aumento dei neolaureati che trovano uno sbocco lavorativo come imprenditori.
Lo stage è la prima modalità di ingresso nel mondo del lavoro (28%, +6,4 punti percentuali in tre anni), seguito dal tempo determinato (24,6%). In alcune attività, come il settore editoriale e il finanziario assicurativo, sono stage quasi il 40% degli avviamenti. Per oltre un laureato under 30 su quattro lo stage, quindi, è la prima esperienza post laurea ma solo il 16,8% viene trasformata in un contratto stabile. La trasformazione dello stage in contratto stabile è più probabile per gli uomini, per i laureati magistrali, per i laureati in ingegneria e materie scientifiche e per chi lo stage lo aveva presso un’impresa manifatturiera, Ict o grandi società di consulenza. Il dato migliora nel medio periodo: a 4 anni dalla laurea il 58,1% dei laureati avviati con uno stage ha un contratto stabile.
E i neolaureati lombardi diventano imprenditori: gli startupper passano da 993 a 1.201 tra 2012 e 2013. Sono soprattutto uomini (60%), laureati in economia, architettura e ingegneria, e aprono un’impresa individuale o srl semplificata in particolare nei servizi alle imprese e commercio.
“La strada obbligata per il nostro Paese è quella di innovazione delle produzioni, di aumento di produttività, di esplorazione di nuovi ambiti di sviluppo, e per fare questo si deve disporre di lavoratori ad alte competenze”, commenta l’assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia, Valentina Aprea. “Inoltre – spiega – Expo è un’occasione unica per la Lombardia e per l’Italia per attrarre intelligenze: una vetrina per le nostre eccellenze, non solo turistiche ed enogastronomiche, ma legate alle produzioni e ricerche di alto livello, dalla scienza della vita, all’Ict, dalle nanotecnologie all’energia rinnovabile”.
“La crisi che stiamo vivendo continua a mordere il lavoro in particolare quello dei più giovani, anche tra i più qualificati, e quello delle donne”, sottolinea Umberto Bellini, presidente di Formaper, azienda speciale della Camera di commercio di Milano.
“Il rapporto Specula, che segue l’andamento occupazionale dei laureati lombardi, ci dice che rallenta la capacità del nostro territorio di offrire opportunità di lavoro stabili e adeguate – osserva – al livello di istruzione che il nostro sistema universitario garantisce. E sono sempre più numerosi i giovani che per trovare lavoro si rivolgono ormai al mercato estero. Puntare sul capitale umano e sulla capacità dei giovani di essere motore di crescita e innovazione è invece uno degli elementi da promuovere per fare ripartire Milano e la Lombardia”.
Anche se in rallentamento, sono ancora gli indirizzi di ingegneria (con il 65% dei laureati avviati entro un anno), economia (57%), umanistico- formativo, politico sociale, scientifico-tecnico e paramedico (tra il 40% e il 50%) quelli che garantiscono migliore capacità occupazionale. Gli avviamenti sono stati 62.512 nel 2013, -1,3% rispetto al 2012 e -7,4% rispetto al 2010 mentre gli avviati, quasi 40mila, diminuiscono rispettivamente del 2,4% e 10,4%. Il maggior numero di avviati sono nei servizi alle imprese (16.536), nella sanità e istruzione (7.967), nei servizi alle persone (5.420) e nella manifattura (5.327) che è anche l’unico settore che accresce tra 2012 e 2013 l’inserimento di laureati (+245 avviati).
Fanno bene in particolare industria della moda e del design, chimica e farmaceutica, la meccanica in alcuni territori (particolarmente Bergamo), trainati dall’export in crescita. Nel 2013 calano soprattutto sanità e istruzione specialmente nel settore pubblico, alloggio e ristorazione e servizi alle imprese nel settore privato, mentre le attività no profit nel complesso registrano il calo percentuale di avviati più significativo (-7,2). Ma chi assume? Soprattutto le imprese con oltre 250 dipendenti (28% dei datori di lavoro) e le piccole con meno di 50 dipendenti (30%) anche se per queste ultime diminuiscono avviati ed avviamenti.
In Lombardia, sono stati circa 50mila i laureati nel 2012 e sono in crescita, +1,8% nelle università statali e +4,6% in quelle private contro un trend negativo a livello nazionale. Circa un quinto proviene da altre regioni. Circa uno su venti (4,3%) è cittadino straniero, una presenza in crescita, nel 2011 erano circa il 3,8%. Le donne sono in media il 57% dei laureati e in alcuni indirizzi come i servizi sociali, scienza dell’educazione, traduzione, lingue straniere, psicologia e beni culturali superano l’80%.