Home Nazionale M.O., il Papa si fa mediatore: “Offro la mia casa per incontro di pace”. E Peres e Abu Mazen accettano

M.O., il Papa si fa mediatore: “Offro la mia casa per incontro di pace”. E Peres e Abu Mazen accettano

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Roma In Vaticano, israeliani e palestinesi, per trovare finalmente la pace in Medio Oriente. Papa Francesco mette a disposizione la sua ‘casa’ per un incontro di preghiera comune con il presidente israelieno Shimon Peres e il leader palestinese Abu Mazen e lo fa al termine della messa celebrata a Betlemme, nella seconda giornata del suo viaggio apostolico in Terra Santa.
Il Pontefice chiama direttamente Abbas e Peres e li esorta ad “elevare insieme con me una intensa preghiera, invocando da Dio il dono della pace” ricordando che “costruire la pace è difficile ma vivere senza pace è un tormento. Tutti gli uomini e le donne di questa Terra Santa ci chiedono di portare davanti a Dio la loro ardente aspirazione alla pace”.
Un invito accolto dai due leader che hanno accettato l’invito di Papa Francesco a recarsi, insieme, in Vaticano il mese prossimo.
Nel suo discordo rivolto alle autorità palestinesi, Francesco ha chiesto che “si raddoppino gli sforzi e le iniziative volte a creare le condizioni di una pace stabile, basata sulla giustizia, sul riconoscimento dei diritti di ciascuno e sulla reciproca sicurezza. E’ giunto il momento per tutti di avere il coraggio della pace, che poggia sul riconoscimento da parte di tutti del diritto di due Stati ad esistere e a godere di pace e sicurezza entro confini internazionalmente riconosciuti”.
“Il Medio Oriente – ha osservato il Papa – da decenni vive le drammatiche conseguenze del protrarsi di un conflitto che ha prodotto tante ferite difficili da rimarginare. Anche quando fortunatamente non divampa la violenza, l’incertezza della situazione e l’incomprensione tra le parti producono insicurezza, diritti negati, isolamento ed esodo di intere comunità, divisioni, carenze e sofferenze di ogni tipo”. Ma è giunta “l’ora di porre fine a questa situazione, che diventa sempre più inaccettabile”. Francesco ha auspicato che ‘’si evitino da parte di tutti iniziative e atti che contraddicono la dichiarata volonta’ di giungere ad un vero accordo” e che “non ci si stanchi di perseguire la pace con determinazione e coerenza. La pace porterà con sé innumerevoli benefici per i popoli di questa regione e per il mondo intero. Occorre dunque incamminarsi risolutamente verso di essa, anche rinunciando ognuno a qualche cosa”, è l’appello di Francesco.
Rivolgendosi direttamente al presidente palestinese Abu Mazen, il Papa ha riconosciuto che “lei è noto come uomo di pace e artefice di pace. Il recente incontro in Vaticano e la mia odierna presenza in Palestina attestano le buone relazioni esistenti tra la Santa Sede e lo Stato di Palestina, che mi auguro possano ulteriormente incrementarsi per il bene di tutti”. Riferendosi poi al tema della libertà religiosa, Francesco ha ricordato che “il rispetto di questo fondamentale diritto umano è una delle condizioni irrinunciabili della pace, della fratellanza e dell’armonia; dice al mondo che è doveroso e possibile trovare un buon accordo tra culture e religioni differenti; testimonia che le cose che abbiamo in comune sono così tante e importanti che è possibile individuare una via di convivenza serena, ordinata e pacifica, nell’accoglienza delle differenze e nella gioia di essere fratelli perché figli di un unico Dio”.