Home Nazionale Mafia: Scotti, quando accelerai sul ’41 bis’ dopo strage Capaci venni isolato

Mafia: Scotti, quando accelerai sul ’41 bis’ dopo strage Capaci venni isolato

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Palermo, 29 mag.- (Adnkronos) Poche settimane dopo la strage di Capaci in cui mori’ il giudice Giovanni Falcone, nel giugno del 1992 l’allora ministro dell’Interno Vincenzo Scotti, con l’allora ministro della Giustizia inizio’ a lavorare sul decreto legge che prevedeva il carcere duro per i mafiosi, il cosiddetto ’41 bis’, ma quando accelerai per l’approvazione del decreto fui isolato politicamente. Lo sfogo e’ dello stesso ex ministro Scotti, deponendo al processo per la trattativa tra Stato e mafia, che si celebra davanti alla Corte d’assise di Palermo. Tra gli imputati ‘eccellenti’ spiccano i nomi dell’ex inistro dell’Interno Nicola Mancino, ma anche dei generali Mario Mori e Antonio Subranni.
In oltre sei ore di deposizione, Scotti, oggi ottantenne ma con una memoria di ferro, ha ripercorso i momenti piu’ importanti della sua esperienza a capo del Viminale. “Percepii un clima di isolamento politico, attraverso il silenzio – racconta Scotti – o attraverso gli attacchi. Il silenzio e’ molto piu’ pesante”. In quel periodo, 59 deputati democristiani, scrissero una lettera di solidarietà a favore di Scotti che fu pubblicata dal giornale Dc, Il Popolo. Scotti ribadisce con forza che dopo il delitto Falcone lo Stato “doveva agire contro Cosa nostra”. Cosi’ Scotti acceleri’ sul 41 bis, innanzitutto, ma incontro’ molte resistenze. Il decreto venne poi approvato definitivamente nell’agosto 1992, dopo la strage di via D’Amelio. “Ho sentito la solitudine politica in un periodo particolarmente difficile, come quello”, ha aggiunto.