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Maggiore tutela del suolo nel piano rifiuti della Lombardia

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(AdnKronos) – Riduzione della produzione di rifiuti urbani con il raggiungimento, a livello regionale, del 67% di raccolta differenziata e la priorità al recupero di materia, ma anche nuovi criteri localizzativi per gli impianti (inceneritori, discariche e trattamento) e il metodo di calcolo del ‘fattore di pressione’ per le discariche, finalizzato a tenere conto delle specifiche situazioni territoriali. Sono alcuni degli elementi innovativi introdotti dalla giunta di Regione Lombardia, dopo il via libera al Piano regionale di gestione dei rifiuti e delle bonifiche, proposto dall’assessore regionale all’Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile, Claudia Maria Terzi.
Insieme alla definizione di criteri localizzativi per l’installazione degli impianti di gestione dei rifiuti e alle linee guida alle Province per la redazione dei Piani provinciali, è stato definito anche il modello di raccolta dei rifiuti urbani comunale. Il ‘porta a porta’ è risultato essere il sistema più proficuo, anche secondo gli ultimi studi del politecnico di Milano. Nel Piano sono stati inseriti anche due criteri innovativi e restrittivi: uno a tutela della popolazione residente, l’altro per evitare ulteriore consumo del suolo.
“Nel primo caso -spiega l’assessore regionale- si tratta delle nuove distanze minime tra la recinzione dell’impianto stesso di discarica e la prima area residenziale. Distanze minime aumentate, che variano in base alla funzione dell’impianto, sia esso di inerti o come nel caso del cemento amianto, la cui distanza è stata aumentata da 200 a 500 metri”. Per la tutela del suolo, sottolinea Terzi, “abbiamo invece voluto inserire il divieto per la realizzazione di nuovi impianti su qualsiasi terreno a destinazione agricola, individuati dai Pgt dei Comuni e dai Ptc dei Parchi”. Infine per quanto riguarda le bonifiche, tra le novità “c’è la tutela giuridica -spiega Terzi- per le azioni di rivalsa per il recupero delle spese di bonifica sostenute dal soggetto pubblico. Si tratta di un grande passo avanti a tutela dei piccoli Comuni, spesso impossibilitati a spendere”.