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Magi su arrivi profughi: “superare l’emergenza e programmare l’accoglienza”

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Magi su arrivi profughi: “superare l’emergenza e programmare l’accoglienza”
Prefettura Arezzo

Rivendicato, con Anci, un nuovo ruolo dei Comuni. Intanto si lavora alla formazione degli operatori

Due corsi di formazione per gli operatori che si occupano dell’accoglienza dei profughi. Sono in programma presso la Prefettura il 4 e il 9 luglio. Sono organizzati dalla Prefettura di Arezzo con la collaborazione diOxfam Italia, Migrantes, Associazione Culturale del Bangladesh, Arci comitato regionale Toscana, Comune di Arezzo.

“In questi primi due incontri – annuncia l’assessore all’integrazione, Stefania Magi – verranno affrontati i temi della gestione delle strutture di accoglienza, dei servizi, dell’apprendimento della lingua, dei diritti dei profughi e della ricostruzione della storia personale in preparazione del colloquio con la Commissione  per il riconoscimento dell’asilo. Gli obiettivi finali sono l’elaborazione di strumenti e piani personalizzati per realizzare i percorsi  di autonomia e inserimento lavorativo”.

Nella provincia di Arezzo sono attualmente presenti 153 profughi distribuiti nei comuni di Badia Tedalda, Pratovecchio Stia, Bibbiena, Arezzo, Civitella, Castiglion Fiorentino e Montemignaio.

“La morte di altri 30 migrantia bordo di un barcone al largo della Sicilia – continua Stefania Magi – ripropone il ruolo dell’Europa al quale sta lavorando il Governo Renzi. A livello nazionale devo evidenziare che il Ministero dell’Interno non ha ancora convocato la Conferenza Stato – Regioni – Enti Locali per la ridefinizione e il potenziamento dello SPRAR, cioè del sistema di protezione dei richiedenti asilo e rifugiati. Gli arrivi continuano con una modalità di semi – emergenza mal gestibile sia sul piano logistico che su quello amministrativo”.

L’affidamento dell’accoglienza è competenza delle Prefetture con il coordinamento di quella del capoluogo di Regione.

“I Comuni non si tirano indietro dall’affrontare questa situazione nazionale. Ma occorre definire meglio il loro ruolo – commenta l’assessore Magi. L’arrivo di nuovi cittadini in condizioni particolari di bisogno impatta sui nostri territori, in varia misura ed in diverse direzioni. Quando la distribuzione delle persone è equa e congrua con la numerosità della popolazione, l’impatto è modesto. Le persone accolte con percorsi efficaci avranno la massima probabilità di raggiungere l’autonomia e la vita indipendente, nel comune che le accoglie o altrove dove sceglieranno di trasferirsi”.

Un primo obiettivo di ANCI, l’associazione dei comuni italiani, è lavorare all’accoglienza diffusa e ad un’equa distribuzione, a tutela dell’interesse di ospitati e di ospitanti. E’ interesse dei comuni evitare le grandi concentrazioni, e l’accoglienza in condizioni precarie, quali tendopoli o caserme.

E’ interesse delle comunità e quindi dei comuni che siano attivati corretti percorsi di richiesta asilo, di controllo e prevenzione sanitaria, di integrazione linguistica, sociale e lavorativa.

ANCI Toscana ha quindi proposto, al tavolo regionale coordinato dalla Prefettura di Firenze, la definizione di un criterio di riparto interprovinciale basato sulla popolazione, che costituisca base, ancorché flessibile, di un’equa distribuzione tra i territori. Ai Comuni viene  sollecitatala collaborazione con le prefetture per il reperimento di strutture, fino a 100 posti per la prima accoglienza (permanenza inferiore ad 1 mese), ed appartamenti o piccole strutture (fino a 20 posti) per la seconda accoglienza, che siano disponibili immediatamente. E viene chiesto anche di coinvolge il sistema associativo locale nell’accoglienza dei profughi e nei percorsi di assistenza alla domanda di asilo, mediazione linguistica e culturale, integrazione.