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Martedì conferenza di Leonardo Rombai

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Secondo appuntamento, martedì 14 ottobre, alle ore 17,30, all’Auditorium Ducci di via Cesalpino, del ciclo di conferenze “La formazione del paesaggio nei territori dell’Aretino: quadri storico-ambientali”. Dopo la conferenza introduttiva di due settimane fa su fonti, metodi e acquisizioni della Geografia storica, Leonardo Rombai parlerà del Valdarno Superiore e della Valdambra.

Le conferenze sono organizzate dalla Società storica aretina, in collaborazione con il Comune di Arezzo e con il patrocinio del Dipartimento di Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo dell’Università di Firenze e dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Arezzo. Hanno inoltre dato la loro adesione: l’Accademia Valdarnese del Poggio di Montevarchi, l’Associazione Storica dell’Alta Valle del Tevere di Sansepolcro, la Biblioteca Rilli-Vettori di Poppi, il Comune di Foiano della Chiana e il Foto Club “La Chimera” di Arezzo.

L’incontro di martedì 14 si incentra sulla storia dell’organizzazione territoriale attraverso la quale, fra medioevo ed età contemporanea, la regione geografico-fisica (o “conca tettonica”) del Valdarno di Sopra, con la pianura solcata dall’Arno, racchiusa da rilievi collinari-montani e con l’appendice della Val d’Ambra, è divenuta una piccola regione geografica, punteggiata da molteplici cittadine e centri minori, dotata di propri e specifici caratteri paesistici e culturali-identitari. Ripercorrendo, con l’aiuto di cartografie e iconografie storiche e tematiche, i principali processi di territorializzazione prodotti dal multiforme potere politico ed economico – a partire dal medioevo feudale e dal medioevo cittadino, successivamente dal Granducato mediceo e lorenese e infine dallo Stato unitario – sarà possibile riconoscere ed interpretare nella regione valdarnese il suo ricco ed articolato palinsesto paesaggistico, che noi percepiamo come “patrimonio culturale”, al di là della scontata successione delle varianti geomorfologiche e naturalistiche fra le fasce del fondovalle, dei versanti collinari e della montagna del Pratomagno. Si tratta, in effetti, delle matrici correlabili ai diversi processi storici che le hanno generate e perpetuate, sia nello spazio produttivo (specialmente nella campagna), sia nelle maglie e categorie degli insediamenti di varia consistenza e funzione, delle vie di comunicazione, dei corpi idrici, eccetera.

Leonardo Rombai (1945) insegna dal 1976 discipline geografiche nell’Università di Firenze. Professore ordinario dal 1994, è da molti anni titolare della cattedra di Geografia Storica e ha ricoperto anche cariche istituzionali in ambito accademico e in seno alle principali società scientifiche del settore. La sua attività di ricerca si è concentrata sulla storia della geografia, dei viaggi e della cartografia, e sulla geografia storica applicata alle tematiche paesistico-ambientali e territoriali, anche in funzione delle politiche di pianificazione e della tutela/valorizzazione del patrimonio naturale e culturale, con speciale riguardo alla Toscana. È autore di circa 400 pubblicazioni scientifiche, tra volumi, saggi, articoli e note.

La conferenza successiva è in programma il 28 ottobre, quando Luisa Rossi parlerà del Casentino e della “terra barbaritana”. A seguire, a martedì alterni fino al 9 dicembre, le conferenze di Camillo Berti (città e piana di Arezzo), Anna Guarducci (Valdichiana aretina) e Gian Franco Di Pietro (Valtiberina aretina ed alte valli della Marecchia e del Foglia). Come di consueto, gli incontri sono ad ingresso libero, con dibattito finale aperto a tutti.