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Mise apre tavolo su call center, proposto osservatorio

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Roma, 27 mag. (Labitalia) – Con i circa 80.000 addetti e un giro di affari di 1,3 miliardi di euro, i call center lanciano un sos al governo: servono interventi regolatori, soprattutto per evitare la giungla nei rapporti di lavoro e la concorrenza fiscale tra regioni. Di questo, e altro, si è discusso oggi al ministero dello Sviluppo Economico al primo tavolo che il dicastero di via Veneto dedica al comparto.
Il confronto, presieduto dal viceministro Claudio De Vincenti alla presenza anche di dirigenti del Mise e del ministero del Lavoro, ha visto la partecipazione delle associazioni Assocontact, Federutility e Asstel e delle segreterie nazionali dei sindacati di categoria Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Nel mirino ci sono, in modo particolare, le gare al massimo ribasso, responsabili delle conseguenti delocalizzazioni aziendali e quindi della contrattualizzazione selvaggia. La richiesta corale che viene dai call center è che sia riscritta la normativa sui cambi di appalto, applicando l’articolo 2112 del codice civile, quello che disciplina la cessione dei rami d’azienda.
L’esecutivo ha lanciato la proposta, che è stata ben accolta da tutti i presenti, di un osservatorio nazionale. Con l’impegno, da parte dei ministeri interessati dalla vertenza, ad approfondimenti tecnici e legislativi su tutte le questioni sollevate, la riunione è stata riconvocata per la metà di giugno.