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Mostre: Roma, ‘Ermete su carta’ di Presicce a Zoo Zone Art Forum

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Roma, 16 set. (AdnKronos) – La mostra “Ermete su carta”, che inaugura venerdì 10 ottobre prossimo nello spazio Zoo Zone Art Forum di Roma, conduce il visitatore nel cuore della complessa e intricata relazione tra Luigi Presicce e la Pittura. Esclusivamente pittore fino a metà del primo decennio del 2000, l’artista inizia poi a prediligere la performance come strumento e linguaggio per lo sviluppo della propria ricerca.
E’ quindi dal 2005 che Presicce stabilisce con la Pittura un nuovo rapporto, ora ambiguo ed enigmatico, la cui ragione e comprensione è rintracciabile solo per chi, concedendo l’adeguata attenzione, ripercorre a ritroso la lunga tradizione di questo medium avventurandosi fino alla sua stessa origine.
Solo includendo le profonde e antiche motivazioni della Pittura e le sue diverse declinazioni di epoca in epoca, si può capire il legame e la coerenza tra le sue recenti opere pittoriche e le perfomance cristallizzate o, come direbbe lo stesso Presicce ‘archeolocizzate’, attraverso un’unico scatto fotografico, di cui l’artista stabilisce l’esatta composizione ed esito finale.
Attraverso l’esposizione di una selezione di Maghi, opere su carta o su tela, e di un’opera fotografica, nata in occasione di una perfomance, la mostra “Ermete su carta” posiziona il pubblico proprio al centro del dialogo tra la dimensione pittorica prenarrativa, disincarnata, delle opere pittoriche e la consapevole esaltazione di iconografia, composizione, linguaggi e formule pittoriche presenti, invece, nelle perfomance e nella costruzione dell’opera fotografica.
“Misuro il reale attraverso gli occhi della pittura, guardo i maestri e ne digerisco l’insegnamento, le mie opere parlano un linguaggio antico in cui etica ed estetica non sono scindibili. Compio i miei passi in maniera verticale, allegoricamente, come un libero muratore intento a ‘salire di livello’ mira a soppiantare la figura del maestro, del Grande Architetto, Hiram Abif, custode della regola e costruttore del secondo tempio di Gerusalemme, eretto per volere di Re Salomone”, dice Presicce.
”Nei Maghi ritrovo figure di un tempo perduto, di saperi custoditi, di vite dedicate alle scienze dell’occulto – spiega l’artista- prendo dalla natura l’aspetto della civetta e la trasformo in maestro di cerimonia, come Picasso ne ‘Les Demoiselles d’Avignon’, lavoro sul volto, lo destrutturo, lo porto lontano dall’ornitologia e dall’umano, diviene maschera e simulacro. Allo stesso modo impiego le forme geometriche per radicalizzare l’aspetto pittorico della figura umana e del volto in particolare”.
“Nascono sotto queste regole figure di maghi simili a santini, che nei loro strumenti possiedono le tracce del racconto. La costruzione di un linguaggio è lasciata alla storia, non alla pittura tout court”, conclude Presicce.