Home Nazionale Ncd: nel 2013 Bocchino cede simbolo ad Alfano, firma a casa Quagliariello/Adnkronos

Ncd: nel 2013 Bocchino cede simbolo ad Alfano, firma a casa Quagliariello/Adnkronos

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Roma, 27 ott. (AdnKronos) – Correva il 2013. Un martedì di fine novembre, il giorno 26 per la precisione. Italo Bocchino e Angelino Alfano si sono ritrovati poco prima di mezzanotte in casa Quagliariello, a Roma, davanti a un notaio, per la cessione a titolo gratuito del marchio ‘Il Nuovo centrodestra’, di cui l’ex vicepresidente di Fli era titolare sin dal 2011. Spulciando l’atto di donazione, in possesso dell’Adnkronos, si scopre, infatti, che il contratto è stato firmato alle ore 23.26, non in uno studio notarile, ma in via Adda, al numero civico 87, ovvero il domicilio nella capitale dell’attuale coordinatore nazionale di Ncd. Quagliariello era presente alla sottoscrizione in qualità di ‘testimone noto e idoneo’, insieme a Maurizio Lupi.
”Considerando l’interesse di Alfano, Bocchino intende trasferire a titolo gratuito e con spirito di liberalità il marchio, come proprio contributo al nuovo progetto politico”, si legge nel documento, formato da due paginette e 8 articoli. Il ”valore del marchio oggetto del presente atto” risulta pari a 241,24 euro, cifra corrispondente alle ”spese di registrazione’ del logo”, sostenuta dall’ex parlamentare aennino. Alfano, invece, ha pagato le ”spese relative alla donazione e alla sua registrazione”, stimate in 245 euro.
La cessione avvenne dieci giorni dopo l’ufficializzazione politica del simbolo ‘Il Nuovo centrodestra’ con tanto di conferenza stampa dell’ex delfino del Cav il giorno dopo la scissione da Fi, il 17 novembre di un anno fa. La rottura con Silvio Berlusconi fu formalizzata, infatti, sabato 16 con un Consiglio nazionale del Pdl ad hoc, al Pala Congressi dell’Eur, che sancì la rinascita del movimento azzurro. Bocchino commenta con una battuta: ”Come risulta dall’atto notarile, è stata una donazione con tanti auguri di buon lavoro e sperando che sia a buon rendere”’.
Alfano, allora vicepremier del governo Letta, fu costretto a farsi ‘regalare’ il simbolo, perchè si accorse che lo stesso marchio era già stato registrato presso l’Ufficio italiano brevetti e marchi del ministero dello Sviluppo economico da Bocchino, che era l’unico proprietario legittimato a utilizzarlo in campagna elettorale. Tra il 31 ottobre e il 12 novembre del 2013, infatti, Alfano, attraverso un suo fedelissimo (l’agrigentino Davide Tedesco), aveva depositato sei marchi, tutti consegnati molti giorni prima dello strappo ufficiale con Berlusconi: ‘Il nuovo centrodestra’ (già nella piena disponibilità dell’ex parlamentare finiano); ‘Centrodestra’; ‘Unione per la libertà’; ‘Unione della libertà’; ‘Confederazione della libertà’ e ‘Federazione della libertà’.
Per correre ai ripari, Alfano chiese ai suoi di rimediare e così si arrivò all’intesa con Bocchino, che era titolare del brand ‘Il Nuovo Centrodestra’, perchè regolarmente registrato presso l’Uibm con domanda n. 0001450355 in data 18 maggio 2011. Secundum legem, il copyrigth del logo sarebbe spettato in via esclusiva per 5 anni all’ex aennino (se entro questo periodo non l’avesse utilizzato, qualcun’altro avrebbe potuto farlo).
L’ex vicepresidente di Fli si fece convincere quindi da Alfano e accettò di farlo con una liberalità. ”Bocchino, pur avendo interesse ad utilizzare il marchio per la sua attività politica”, spiega l’atto notarile, ”a seguito della richiesta di Alfano che intende dar vita a un soggetto politico denominato ‘Il nuovo centrodestra’, è disponibile a trasferirne la titolarità ”condividendo lo spirito, la collocazione e la portata innovativa di tale nuovo soggetto politico”. Alfano, da parte sua, ”riconosce che il marchio è di proprietà di Bocchino e che il deposito del medesimo marchio, effettuato dallo stesso Alfano tramite altri il 31 ottobre, non ha avuto e non può avere alcun effetto, così come non possono avere effetti le registrazioni dei due marchi successivamente depositati ‘Nuovo Centrodestra’ e ‘Il nuovo centrodestra italiano’.
Bocchino, in qualità di donante e Alfano in veste di donatario, si legge al punto e) del contratto, ”concordano sulla validità elettorale e propagandistica” del logo ideato dall’esponente finiano ”la cui forza sta nel binomio tra la parola ‘nuovo’, che lo rende proiettato nel futuro e la parola ‘centrodestra’, che lo colloca con chiarezza nell’area politica alternativa al centrosinistra, rievocando i valori storici del centrodestra”. E ancora: ”il donante dona e trasferisce al donatario che accetta, la piena titolarità ed esclusiva proprietà del marchio senza alcuna restrizione e con tutti i diritti ed oneri che ne derivano”.
Le parti, poi, di comune accordo, ”pattuiscono che le spese e tasse di trascrizione del contratto e dell’istanza da inoltrare all’Uibm del ministero dello Sviluppo economico o alla Camera di commercio di Roma e ogni altra spesa inerente la proceduta di attestazione del trasferimento della proprietà sono e rimangono interamente a carico di Alfano. In particolare, si legge nell’ultimo articolo, l’ottavo (intitolato ‘spese e registrazione’), le parti dichiarano che ”ai fini repertoriali e ai fini fiscali, nonchè ad ogni effetto di legge”, ”il valore del marchio oggetto dell’atto è pari a 241,24 euro corrispondenti alle spese di registrazione sostenute”.
Il contratto vincola Bocchino a non fare scherzi: in forza dell’articolo 4, ”si impegna, a far data dalla sua sottoscrizione, a non utilizzare più in alcun modo il marchio e a rinunciare, ora e per il futuro, al godimento di tutti i diritti patrimoniali derivanti dalla sua titolarità ed a non avanzare pretese economiche o rivendicazioni patrimoniali di alcun tipo in relazione all’uso anche pregresso del marchio donato”.