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Nobel: i fantasmi della Francia nella vita e nelle opere di Modiano

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Roma, 9 ott. (AdnKronos) – E’ il clima torbido dell’occupazione nazista di Parigi, con romanzi che si strutturano attorno al tema dello sconosciuto, a caratterizzare l’opera narrativa di Patrick Modiano, 69 anni, uno dei più importanti romanzieri francesi contemporanei, oggi insignito del Premio Nobel per la Letteratura 2014. Un prestigioso riconoscimento per le patrie lettere francesi che arriva a soli sei anni dal Nobel assegnato nel 2008 a Jean-Marie Gustave Le Clézio.
Modiano si è imposto giovanissimo, a 23 anni, con il romanzo “La place de l’étoile” (1968) ambientato, come i successivi “La ronde de nuit” (1969) e “Les boulevards de ceinture” (1972), negli anni della seconda guerra mondiale, che evocherà ancora nella sceneggiatura del film di Luis Malle “Cognome e nome: Lacombe Lucien” (1974), nel volume autobiografico “Livret de famille” (1977) e nel romanzo “Remise de peine” (1988). Autore di numerosi romanzi e racconti, tra cui, tradotti in italiano, “Dora Bruder” (Guanda), “Sconosciute”, “Bijou”, “Un pedigree” e “Nel caffè della gioventù perduta” (Einaudi).
Nel 2012, sempre per Einaudi, ha pubblicato “L’orizzonte”. Di recente Lantana Editore ha stampato “Riduzione di pena” e “Fiori di rovina”. Quest’anno Donzelli ha pubblicato “Caterina Certezza”, un racconto illustrato per l’infanzia.
La produzione di Modiano di distingue per un andamento quasi onirico, mettendo in scena personaggi ambigui, in margine alla società, alla ricerca ossessiva di un’identità. I suoi romanzi si svolgono in una Parigi abitata dai fantasmi della guerra e del nazismo. Da “La piazza dell’Étoile”, romanzo d’esordio del 1968, ai recenti “Dora Bruder” a “Il caffè della giovinezza perduta”, i suoi libri sono vere e proprie indagini sull’esistenza e sull’identità dei personaggi evocati.
Nel 1978 ha vinto il Prix Goncourt con “La strada delle botteghe oscure”. Nelle sue opere, costruite intorno alla figura dello straniero e dell’esule, l’autore rievoca spesso il padre di origine italiana, Albert Modiano, una figura controversa, dalla duplice identità, che finì per influenzare profondamente l’opera futura dello scrittore.
Arrestato perché ebreo nel 1943 in una retata della Gestapo e internato nel campo di Drancy, Albert Mondiano sfuggì alla deportazione grazie ad amicizie collaborazioniste e fu liberato da un membro della “rue Lauriston”, sede parigina della Gestapo.
Modiano nasce a Boulogne-Billancourt, città poco distante da Parigi, il 30 luglio 1945, figlio di Albert Modiano e di Louisa Colpijn, attrice belga. Patrick Modiano studia in Alta-Savoia poi a liceo Henri-IV a Parigi dove ha come insegnante di geometria Raymond Queneau, scrittore e drammaturgo autore dei famosi “Esercizi di stile”.
Terminati gli studi ad Annecy, Modiano viene introdotto da Queneau nel mondo letterario, dove conosce l’editore Gallimard. Nel 1967 scrive il suo primo romanzo “La Place de l’Etoile” che viene pubblicato l’anno successivo da Gallimard e con cui conquista il Prix Roger Nimier.
All’attività di narratore, Modiano ha affiancato quella di documentarista (ha lavorato per Carlo Ponti) e di paroliere (ha scritto testi per Françoise Hardy). Ha scritto anche sceneggiature per il cinema, e fra i registi oltre che con Louis Malle ha collaborato con Patrice Leconte.