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“Non sempre vince Golia”, grido di speranza per tutti i pazienti oncologici

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“Non sempre vince Golia”, grido di speranza per tutti i pazienti oncologici
Lucia Teresa Benetti

Lucia Benetti scrive un libro sulla sua lotta contro il cancro. Venerdì presentazione e dibattito alla libreria Feltrinelli di Arezzo. I proventi delle vendite destinati al reparto di oncologia del Meyer.

AREZZO – Venerdì prossimo, 24 ottobre, alle ore 17,30, alla libreria Feltrinelli di Arezzo (via Cavour 13) appuntamento con il libro di Lucia Teresa Benetti, “Non sempre vince Golia”, Edizioni Erasmo Livorno.

Oltre all’autrice parteciperà all’incontro Ennio Duranti, direttore della Unità di Nefrologia dell’ospedale San Donato. Un libro da leggere tutto di un fiato. Le paure, la disperazione, gli stati d’animo, le frustrazioni, i cattivi pensieri di una donna malata di cancro ma anche la gioia, la felicità, la voglia di vivere della completa guarigione. Autobiografico, per fortuna a lieto fine.

“Cancro! Ho il cancro. Devo essermi per un momento distratta e lui, da bravo cecchino dalla mira infallibile, mi ha beccata – scrive la Benetti – Colpita al colon. In pieno. Ed ora sono caduta dentro ad un cilindro dalle pareti lisce, completamente al buio. Buio! Ho sempre avuto paura del buio. Fin da piccola, per dormire, avevo bisogno di vedere una luce, fosse anche solo il raggio di luna che filtrava dalla finestra. Ed anche ora continuo ad odiare il buio. In casa mi chiamano ‘figlia dell’ENEL’ (ma non lo sono forse?) per la mia mania di tenere le luci accese.”
“Spero che questo libro possa aiutare altri pazienti ad affrontare nello stesso modo di Lucia il percorso della malattia oncologica e che la parola ‘male incurabile’ non sia più utilizzata per definire questa malattia”. Lo scrive Francesco Di Costanzo, direttore di oncologia medica a Careggi, nella prefazione di questa autobiografia.

Lucia Teresa Benetti si ammala a Livorno, città dove da poco è venuta ad abitare e dove ha pochi legami e pochissimi amici; deve fare i conti con un tumore che la costringe prima ad un intervento chirurgico e poi alla chemioterapia. Lucia dà un grande valore ai rapporti sociali, agli amici che sono lì ad aiutarla a superare i momenti difficili e soprattutto alla famiglia che vive insieme a lei una lotta ed un impegno quotidiano. Dopo una diagnosi errata, una bronchite poi rivelatasi un tumore, incomincia la sua battaglia nel corso della quale i medici incontrati assumono un ruolo non solo terapeutico ma di sostegno psicologico. Non secondario il ruolo giocato dalla vicinanza dal marito Carlo e dai figli Riccardo e Giovanni. Il libro nasce quasi come “diario di bordo” per esorcizzare la malattia, un viaggio nel quale i protagonisti sono i familiari, gli amici, gli affetti delle persone vicine: “medicine insostituibili per affrontare un tunnel dal quale devi uscire”.

I proventi del libro sono destinati al reparto di oncologia pediatrica dell’ospedale Meyer di Firenze.