Home Attualità Non solo Prandelli, è il mondiale dei ct che lasciano: via anche Zaccheroni, Lamouchi, Queiroz e Suarez

Non solo Prandelli, è il mondiale dei ct che lasciano: via anche Zaccheroni, Lamouchi, Queiroz e Suarez

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(AdnKronos) – La spedizione azzurra ai Mondiali di Brasile 2014 si è conclusa con un naufragio della squadra del ct Cesare Prandelli e con le dimissioni del tecnico di Orzinuovi e del presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete, subito dopo la sconfitta degli azzurri con l’Uruguay. “Mi assumo tutte le responsabilità del progetto tecnico, su ogni decisione tecnica e di preparazione: ho già parlato con i responsabili della Figc e ho rassegnato le mie dimissioni, che sono irrevocabili”, ha detto Prandelli dopo il ko con la Celeste che ne ha sancito l’eliminazione. Ma il Mondiale brasiliano è stato il mondiale delle dimissioni. Sono stati ben cinque i ct, fino a questo momento, che hanno rassegnato le proprie dimissioni dopo l’uscita di scena delle loro nazionali.
Due gli allenatori italiani, oltre a Prandelli, infatti, ha rimesso il proprio mandato anche il tecnico del Giappone, Alberto Zaccheroni, dopo la sconfitta per 4-1 con la Colombia, nell’ultima gara del gruppo C. I nipponici hanno collezionato solo un punto (0-0 con la Grecia) e due sconfitte con Costa d’Avorio e Colombia. “Ci tenevo molto a portare il Giappone agli ottavi -ha detto Zaccheroni- sono molto deluso per l’eliminazione. Ho scelto io la squadra e il modulo con cui giocare. Mi assumo tutte le responsabilità”.
Altra conoscenza del calcio italiano a dimettersi è stato il commissario tecnico proprio della Costa d’Avorio, Sabri Lamouchi, ex giocatore di Parma, Inter e Genoa, che dopo il ko con la Grecia che ha eliminato gli africani dal mondiale con un rigore all’ultimo minuto, ha detto: “il mio contratto con la nazionale finisce qui e non ci sarà seguito. Il perchè è presto detto, non siamo riusciti a ottenere risultati nè in Coppa d’Africa, nè in Coppa del Mondo”.
Un altro commissario tecnico a presentare le proprie dimissioni è stato il ct dell’Iran, Carlos Queiroz, subito dopo la sconfitta subita nell’ultima gara del girone contro la Bosnia-Erzegovina. Tra i motivi del tecnico portoghese il fatto di non aver ricevuto alcuna offerta dalla Federazione iraniana per continuare il loro rapporto di lavoro: “Non ho ricevuto alcuna singola proposta concreta o attraente per rimanere nel corso degli ultimi 11 mesi. E’ stato un onore lavorare per l’Iran, ma dopo aver trascorso gli ultimi 11 mesi senza sentire nulla, sono stato costretto a prendere una decisione”, ha detto il tecnico 61enne in carica dal 2011.
Ultimo in ordine di tempo a rassegnare le dimissioni è stato il ct dell’Honduras, Luis Fernando Suárez, dopo l’eliminazione dei “catrachos” dal Mondiale di calcio di Brasile 2014. “Sono triste per non essere riuscito. Ho preso la decisione di lasciare”, ha detto il tecnico colombiano a Manaus, poco dopo la sconfitta contro la Svizzera per 3-0 nell’ultima sfida del Gruppo E. Suárez aveva assunto l’incarico a marzo 2011, portando i centroamericani al terzo Mondiale della loro storia.
Quanto sta succedendo in Brasile è comunque una novità. Nel passato, anche più recente, i tecnici rimanevano ben saldi alla loro panchina, anche a fronte di fallimenti acclarati. E in due casi questo è successo anche nel torneo sudamericano, con il ct dell’Inghilterra Roy Hodgson, che nonostante il flop della squadra di ‘Sua Maestà’ con un solo punto in tre partite, resta sulla panchina, anche se un po’ ‘traballante’. E lo stesso vale per il tecnico campione del mondo in carica, il ct della Spagna, Vicente Del Bosque, pronto a riaprire, forse, un nuovo ciclo.