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Notizie Flash: 1/a edizione- L’economia

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(AdnKronos) – Roma. Un ‘credit crunch’ infinito che in tre anni ha fatto crollare i prestiti alle imprese per ben 103 miliardi. E’ l’allarme che arriva dalla Confesercenti. “Il credit crunch è tutt’altro che terminato. Ad agosto lo stock di prestiti alle imprese, comprensivi delle sofferenze, si è fermato a quota 913 miliardi: ben 103 miliardi di euro di prestiti in meno rispetto al novembre 2011, con un crollo complessivo del 10,2%”, calcola Massimo Vivoli, vicepresidente vicario di Confesercenti e presidente di Italia Comfidi.“Grazie all’intervento della Bce negli ultimi mesi – spiega Vivoli – abbiamo assistito a un lento miglioramento della dinamica dei prestiti alle imprese, che però sono rimasti sempre in territorio negativo: il dato di agosto mostra ancora una diminuzione dell’1,3% rispetto all’anno precedente. A soffrire di più, come sempre, sono le imprese più piccole: quelle con meno di cinque addetti, sempre nel mese di agosto, mostrano una flessione del 2,3%, quasi il doppio di quella registrata dalle imprese maggiori (-1,2%)”.“E’ difficile parlare di ripresa in questo scenario”, prosegue Vivoli. “Anche nel 2014, terzo anno consecutivo di recessione, Italia Comfidi ha incrementato ulteriormente i propri interventi di sostegno alle pmi, registrando un aumento delle imprese garantite”.
Milano. Oltre 24 milioni di veicoli verranno venduti quest’anno nel primo mercato automobilistico del mondo, la Cina. La previsione è dell’Associazione Cinese dei Produttori di Automobili (Caam l’acronimo in inglese). Anche la produzione di veicoli è stimata a 24 mln quest’anno, circa un quarto della produzione mondiale, che faranno della Repubblica Popolare il primo produttore di auto al mondo, ha detto il vicepresidente della Caam Dong Yang.Secondo la Caam, 21,98 mln di veicoli sono stati venduti in Cina nel 2013, in rialzo del 13,87% anno su anno. La produzione l’anno scorso è stata di 22,12 mln di unità (+14,76%). Nel periodo da gennaio ad agosto, sia le vendite che la produzione hanno toccato i 15 mln di unità, anche se i tassi di crescita sono scesi al 7,67% e all’8,61%, rispettivamente. Durante un salone a Pechino che espone le vetture prodotte dalle joint venture create dalle compagnie cinesi con le case estere, Dong ha detto che questa collaborazione ha portato enormi contributi all’industria automobilistica cinese, aiutandola a far crescere i talenti e ad apprendere avanzate tecnologie manifatturiere. La Cina utilizzerà le esperienze accumulate dalle joint venture per costruire marchi nazionali, ampliando la collaborazione con le case estere nella ricerca e nello sviluppo, ha concluso Dong.
Roma. Un mix fiscale micidiale per le imprese: è quello che deriva dall’azione combinata di Imu e Tasi che ha prodotto un ulteriore aggravio fiscale alle aziende. Rispetto allo scorso anno, in 3 comuni capoluogo di provincia su 4 la tassazione sui capannoni aumenta ma non sempre la responsabilità è dei sindaci. E’ la denuncia che arriva dall’Ufficio Studi della Cgia di Mestre. In termini percentuali, gli incrementi più “pesanti” si registrano a Pisa (+ 31 per cento, pari ad un aumento medio di 791 euro), a Brindisi (+ 18 per cento, pari a un aggravio di 2.314 euro) e a Treviso (+ 17 per cento che si traduce in un rincaro di 321 euro). Gli imprenditori che, invece, beneficiano della riduzione fiscale più significativa sono quelli che possiedono il capannone nel comune di Nuoro (- 14 per cento, pari a – 147 euro), in quello di Modena (- 15 per cento che si traduce in un risparmio di 309 euro)   e in quello di Siracusa (-15 per cento, pari a 463 euro).In questa analisi, spiega l’associazione degli artigiani di Mestre, sono state esaminate le decisioni prese dagli 80 Comuni capoluogo di Provincia che per l’anno in corso hanno stabilito e pubblicato sul sito del Dipartimento delle Finanze (entro il 24 settembre 2014) le aliquote Imu e Tasi da applicare ai capannoni (categoria catastale D1).
Roma. “C’è un modo semplice per realizzare, senza tanti ghirigori e inutili complicazioni, l’operazione fiducia: diminuire le rendite catastali, aumentate del 5% da Prodi e in modo iugulatorio da Monti. Una diminuzione di tre punti percentuali costerebbe appena 7-800 milioni di euro, mentre una riduzione del 5% comporterebbe una perdita di 1,2-1,4 mld”. Ad affermarlo è il presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, intervenendo a Bologna alla Festa nazionale del condominio.”Condomini e proprietari di casa in genere -sottolinea- devono essere risarciti del ‘furto’ che uno Stato onnivoro gli ha fatto provocando una caduta dei valori immobiliari di 2.000 mld per recuperare 24 mld di imposte, il triplo cioè di quanto pagavano nell’11. Chi aveva alle spalle un immobile che lo rassicurava, se lo trova deprezzato fino a un quinto: ha perso ogni fiducia per eventuali imprevisti, trattiene la liquidità, abbatte i consumi non strettamente indispensabili. Non occorrono espedienti di ingegneria finanziaria o tributaria, c’è solo bisogno di una grande operazione fiducia”. La fiducia, spiega Sforza Fogliani, “si riconquista, e con essa il ripristino dei consumi e il ritorno all’investimento immobiliare, solo dando un segnale forte in controtendenza, che assicuri gli italiani, quasi tutti proprietari di casa, che non si ricorrerà più alla facile tassazione della casa per fare cassa”. L’appello che facciamo al Governo, conclude, “non costa un occhio della testa ed è facilmente finanziabile, come si vedrà anche dai mille rivoli che caratterizzeranno purtroppo anche la prossima legge di stabilità. Non c’è altro da fare che mettere da parte i pregiudizi e le ricette fallite dei maxieconomisti e degli organismi internazionali che puntano sulla finanza e cioè su ciò che ci ha gettato in questa crisi”.
Roma. Riparte il mercato dei finanziamenti alle famiglie per l’acquisto delle abitazioni. Nei primi otto mesi dell’anno, l’ammontare delle erogazioni di nuovi mutui è stato pari a 15,543 miliardi di euro rispetto ai 12,089 miliardi dello stesso periodo dello stesso periodo del 2013, con un incremento su base annua del 28,6%. E’ quanto riferisce l’Abi sulla base di un campione, composto da 84 banche, che rappresenta circa l’80% della totalità del mercato bancario italiano.L’ammontare delle nuove erogazioni di mutui nel 2014 è superiore, sottolinea l’Abi, anche al dato dei primi otto mesi del 2012, quando si attestarono sui 13,924 miliardi di euro. Sono in aumento soprattutto i mutui a tasso variabile che rappresentano, nei primi otto mesi del 2014, il 79,7% delle nuove erogazioni complessive; tale valore era del 77,2% nello stesso periodo del 2013 e del 69,1% nei primi otto mesi del 2012.
Roma. Scoperta di petrolio in Artico per il gruppo petrolifero russo Rosneft nell’ambito di un progetto sviluppato con il gruppo statunitense ExxonMobil. La scoperta è stata nel pozzo ‘University-1’ situato nel mare di Kara, al largo della costa nord della Siberia. Ad annunciarlo, secondo quanto riferisce l’agenzia russa ‘Ria Novosti’, è lo stesso Rosneft.Secondo una prima valutazione, spiega il numero uno di Rosneft, Igo Sechin, “ci sarebbero 338 milioni di metri cubi di gas e 100 mln di tonnellate di petrolio. E questo è solo una delle strutture del campo”. L’accordo firmata tra Rosneft e ExxonMobil è del 2011 prevede che il gruppo russo detenga i due terzi della joint venture. Secondo le misure di embargo decise dagli Stati Uniti nell’ambito della crisi ucraina, le aziende Usa avevano teoricamente fino al 26 settembre per mettere un termine alle loro attività in quella area.
Roma. Dall’inizio della crisi è aumentato del 248% il valore di cibi e bevande sequestrati perché adulterate, contraffate o falsificate. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dell’attività dei carabinieri dei Nas nel periodo 2007 – 2013. Nel 2013 in Italia, spiega la Coldiretti, sono stati sequestrati beni e prodotti per un valore di 441 milioni di euro soprattutto con riferimento a prodotti base dell’alimentazione come la carne (25%), farine pane e pasta (15%), latte e derivati (9%), vino ed alcolici (7%), ma anche in misura rilevante alla ristorazione (18%) dove per risparmiare si diffonde purtroppo l’utilizzo di ingredienti low cost importati che spesso nascondono frodi e adulterazioni. Per questo, conclude Coldiretti, “occorre studiare a fondo il fenomeno per supportare l’ottima e costante attività delle forze dell’ordine e stringere le maglie larghe della legislazione nazionale e comunitaria, con l’estensione a tutti i prodotti dell’obbligo di indicare in etichetta la provenienza delle materie prime impiegate negli alimenti”.
Roma. E’ stato pubblicato sul sito internet del ministero delle Politiche agricole il decreto ministeriale ‘Non conformità Bio’ con il quale l’Ispettorato Centrale Repressioni Frodi (Icqrf) ha definito tempi e modalità per la gestione delle non conformità riscontrate dagli organismi di controllo nel corso dei controlli sulle produzioni biologiche. Con questo provvedimento, sottolinea il ministero in una nota, vengono fissati tempi certi e procedure comuni su tutto il territorio nazionale adottati dagli organismi di controllo nei confronti degli operatori del settore della produzione biologica.”L’impegno del ministero nei confronti dell’agricoltura biologica -commenta il viceministro Andrea Olivero, che ha la delega alla tutela della qualità, alla repressione frodi e al biologico- passa innanzitutto dalla definizione di regole certe e dall’accompagnamento delle imprese nel rispetto rigoroso della legge. Il biologico, che si fonda su un profondo rapporto fiduciario tra produttori e consumatori, può e deve crescere nella più assoluta trasparenza e sicurezza”.
Roma. Addio busta paga il 27 del mese. Più della metà delle piccole e medie imprese non rispetta la scadenza ‘tradizionale’ per il pagamento degli stipendi. A pesare sono la mancanza di credito, con i prestiti concessi dalle banche che continuano a calare, i mancati pagamenti delle pubbliche amministrazioni e quelli tra le imprese private. E’ quanto emerge da un’indagine dell’Adnkronos, che ha interpellato oltre mille imprese sul territorio con la collaborazione di diverse associazioni d’impresa. Rispetto alla stessa rilevazione di un anno fa, si registra un incremento di oltre 5 punti percentuali delle imprese che dichiarano di aver pagato più di una mensilità in ritardo rispetto al termine stabilito: sono il 55% contro il 49% di ottobre 2013. E sale anche il numero di imprese che hanno accumulato un ritardo tale da non raggiungere il pagamento di dodici mensilità: sono il 33% delle pmi ad essere in debito di almeno uno stipendio (erano il 28% l’anno scorso). Non solo. Le prospettive per il prossimo anno non sembrano indicare un’inversione di tendenza. Il 41% delle piccole e medie imprese teme di non poter essere puntuale, con un ritardo superiore ai 30 giorni, e quindi con una mensilità a rischio. Tra le cause indicate con maggiore frequenza dalle imprese che non riescono a onorare i loro impegni ci sono, nell’ordine, il mancato pagamento da parte di committenti pubblici; problemi di finanziamento con le banche; mancati pagamenti da parte di altre imprese e, in un numero inferiori di casi, difficoltà di gestione.
Roma. “Se si decidesse di procedere attraverso il decreto, bisognerà proclamare lo sciopero generale”. E’ il monito che giunge dal segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, parlando a Cervia, all’assemblea nazionale della Fiom.​