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Novemila domande di brevetto inoltrate nel 2013, Lombardia capofila in Italia

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Roma, 3 apr. – (Adnkronos) – E’ la Lombardia la regione capofila dell’innovazione in Italia con 32mila imprese innovative sulle 146mila nazionali e ben 3mila domande di brevetto inoltrate nel 2013 sulle 9mila arrivate dal resto del Paese. E non solo. Oltre 2mila brevetti si contano solo a Milano, che si attesta così al settimo posto in Europa per invenzioni, seguita da Torino con mille brevetti, Roma con 728 e Bologna con 724. E sempre da Milano, inoltre, parte più di un quinto dei brevetti italiani che richiedono la tutela in Europa, con circa 800 domande su circa 4mila pubblicate annualmente.
A tracciare la mappa dell’innovazione nel nostro Paese è un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati 2013 e 2012 dell’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, dell’European Patent Office e del registro delle imprese, diffusi oggi a Palazzo Turati nel corso dell’incontro “L’innovazione tecnologica dell’industria italiana verso la visione Europea del prossimo futuro”. All’incontro hanno preso parte l’Airi-Associazione Italiana per la Ricerca Industriale e Innovhub Stazioni Sperimentali per l’industria (Ssi), azienda speciale della Camera di Commercio di Milano.
Stando allo studio, inoltre, è il tessuto produttivo lombardo ad assorbire quasi una su quattro, pari al 22%, delle attività nazionali legate alle nuove tecnologie e alla ricerca sperimentale. Sempre Milano, con l’11% del totale nazionale, è anche capofila dell’imprenditoria innovativa italiana, davanti a Roma (9,8%) e Torino (4,9%). Rispetto all’Europa, Milano si attesta tra i centri più forti per innovazione, al settimo posto dopo Monaco, Parigi e le due aree francesi di Isère e Hauts de Seine, Berlino e l’olandese Brabant. Nella classifica europea per i brevetti tecnologici Ict, hightech e biotecnologici, Milano resta tra le prime 12 città del Vecchio Continente, mentre la Lombardia nel suo insieme si colloca al 17esimo posto in Europa per gli stessi indicatori.
“Nel nostro Paese lo stallo che stiamo vivendo dal punto di vista occupazionale e produttivo -ha commentato il presidente dell’Airi Renato Ugo- richiede un piano di sostegno alle aziende che investono concretamente in ricerca e innovazione tecnologica”. “Si tratta di lanciare un piano che si potrebbe denominare ‘fiscal technology’ che preveda azioni concrete come opportuni sgravi fiscali”, è stata l’esortazione di Renato Ugo che ha sollecitato il Governo appena insediato a fare sue “queste opportunità di crescita, che sono sempre state accantonate”.
“A sostegno di questo messaggio si può ricordare un recente studio condotto da Luiss Lab che -ha ricordato il presidente dell’Airi- indica che se in Italia si inizia ad accumulare capitale immateriale come tecnologia, risorse umane e competenze trasversali, con tassi simili a quelli dei Paesi del Nord Europa, visto l’accumulo in Italia è del 2,1% rispetto al 5,7% della Finlandia, si avrebbe rapidamente un incremento del 2,3% della produttività e quindi della competitività”.