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Oltre 60 mln euro giro affari produzione miele

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Arezzo, 13 nov. (Labitalia) – Il giro d’affari che ruota attorno alla produzione di miele, in Italia, supera i 60 milioni di euro l’anno. Si contano circa 50mila apicoltori, di cui 7.500 produttori apistici che svolgono l’attività a fini economici e ne ricavano il loro reddito principale, mentre sono oltre un milione gli alveari, per un numero approssimativo di 55 miliardi di api. La produzione media annua di miele in Italia è di 130mila quintali. Sono alcuni dei dati resi noti in vista di ApieTour-viaggio nel mondo delle api, in programma ad Arezzo Fiere e congressi dal 14 al 16 novembre. Con questi numeri l’Italia si attesta al quarto posto in Europa per la produzione di miele che vede nel podio la Spagna al primo posto con 25mila tonnellate annue seguita a ruota da Francia (17 mila) e Grecia (16 mila).
Cresce, inoltre, la tendenza alla produzione di miele biologico che dagli ultimi dati rilasciati dal Sinab rappresenterebbe oltre il 10% dell’intera produzione nazionale. Ottobre ha presentato nel complesso un clima mite, caratterizzato da temperature al di sopra della media stagionale per buona parte del mese, soprattutto al Centro e al Sud. Non ci sono produzioni rilevanti da segnalare, ad eccezione di alcuni discreti raccolti di miele di edera in Abruzzo (15 chili/alveare) e in Toscana (25 chili/alveare): molti apicoltori, infatti, per far fronte ad un’annata molto scarsa, si sono cimentati nella raccolta del miele di edera, con tutte le problematiche connesse (ad esempio un contenuto di acqua elevato).
Per quanto riguarda il miele di corbezzolo, in Sardegna si presagisce una produzione assente a causa della grave siccità. In Toscana la pianta è in fioritura il corbezzolo sulle coste ma è ancora presto per le stime. Persiste l’andamento dei mesi precedenti, con rare transazioni e prezzi che globalmente tendono al rialzo. Per l’acacia sono state rilevati pochissimi scambi, con quotazioni che hanno ricalcato quelle dei mesi precedenti: almeno 8,00-8,50 euro al chilo. Per gli agrumi si riportano alcune compravendite al Sud, con prezzi ricadenti in una forbice ristretta: 4,70 euro al chilo per la Sicilia, 4,80 euro al chilo per la Basilicata e 4,95 euro al chilo per la Campania.
Il castagno ha fatto registrare un prezzo nettamente aumentato rispetto al 2013, in linea con le produzioni insufficienti. In particolare, i valori rilevati sono stati 6,00 euro al chilo (latta) in Friuli Venezia Giulia e in Campania, 7,00 euro al chilo (latta) in Lombardia e 5,20 (fusto) euro al chilo in Sicilia. Anche per il miele di melata poche transazioni e quotazioni in crescita. Sono state riscontrate alcune vendite al Nord (Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna) con prezzi compresi in una forbice di 4,70-5,30 euro al chilo per il convenzionale e 5,50-5,60 euro al chilo per il biologico. Per il miele di tiglio prezzi molto concordanti, compresi in una forbice di 5,50-6,00 euro al chilo (latta) in Lombardia e in Valle d’Aosta.
Sono state rilevate diverse compravendite di miele di sulla al Sud (Campania, Molise e Sicilia), scambiato a prezzi compresi tra 4,50 e 4,80 euro al chilo. Sono stati rilevati alcuni scambi di miele di eucalipto nelle Isole, venduto a 5,20 euro al chilo (convenzionale) in Sicilia e 6,00 euro al chilo (biologico) in Sardegna e, inoltre, una compravendita di miele di timo in Sicilia (6,00 euro al chilo). In coerenza con le produzioni segnalate, si riportano anche transazioni di miele di edera, scambiato con quotazioni più elevate per la Toscana (4,50 euro al chilo-fusto) rispetto all’Abruzzo (4,00 euro al chilo-latta). Il millefiori ha mostrato prezzi abbastanza variabili ma più frequentemente compresi tra 4,00 e 4,60 euro al chilo . I valori più bassi sono stati riscontrati in Sicilia (3,80 euro al chilo ) mentre quelli più elevati in Lombardia (5,00-5,50euro al chilo ). In Valle d’Aosta ci sono stati alcuni piccolissimi scambi (2-3 q) di millefiori di alta montagna delle Alpi a 6,50 euro al chilo.
Per quanto riguarda gli altri prodotti apistici, si riportano uno scambio di polline deumidificato millefiori biologico venduto a 20,00 euro al chilo in Emilia Romagna e alcuni di polline fresco millefiori convenzionale con prezzi molto diversificati tra il Molise (25 euro al chilo) e la Sicilia (15,00 euro al chilo). La propoli da rete ha fatto riportare in Basilicata prezzi di 98,00 euro al chilo e 110 euro al chilo rispettivamente per convenzionale e biologica, mentre in Piemonte, sia da raschiatura sia da rete, 75,00 euro al chilo (convenzionale) e 115,00 euro al chilo (biologica). La pappa reale convenzionale è stata comprata a 600,00 euro al chilo in Basilicata e 550,00 euro al chilo in Sicilia, mentre la biologica a 650,00 euro al chilo in Emilia Romagna. Nel complesso le api si presentano in buono stato di salute anche se in alcuni casi si sta ricorrendo ad un programma di nutrizione allo scopo di far costituire alla famiglie scorte adeguate in vista dei mesi invernali. In alcuni areali, soprattutto al Nord, le famiglie si presentano già in blocco di covata. Alcuni apicoltori hanno lamentato il verificarsi di numerosi fenomeni di saccheggio, specialmente negli apiari con famiglie non equilibrate. Divergenti le segnalazioni sulla presenza di varroa. Al momento del trattamento estivo tampone erano pressoché tutti d’accordo nell’affermare una massiccia infestazione, ora i pareri sono divergenti, con impressione negativa soprattutto in alcune regioni del Nord (Piemonte, Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia). In generale, gli apicoltori che hanno effettuato il controllo del parassita mediante trattamento farmacologico associato alla tecnica del blocco di covata dichiarano di avere famiglie in buon stato, mentre non sono ugualmente soddisfatti quelli che hanno fatto ricorso ad altri metodi.