Home Nazionale Opera Roma: Faillaci (Cgil), licenziamenti sono fallimento istituzione

Opera Roma: Faillaci (Cgil), licenziamenti sono fallimento istituzione

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Roma, 3 ott. (AdnKronos) – “Valuteremo la possibilità d’impugnare le decisioni del Cda in sede legale, oltre che sindacale. La scelta assunta non è certo la soluzione per un teatro che, solo fino a pochi mesi fa, era ritenuto uno dei migliori del mondo sotto la guida del maestro Muti”. Parola di Pasquale Faillaci, della Rsa Cgil del Teatro dell’Opera di Roma, che, con l’AdnKronos, fa il punto della situazione all’indomani delle decisioni assunte dal Cda del teatro.
Decisioni che, secondo Faillaci, rappresentano “il fallimento culturale dell’Istituzione, cioè della missione dei teatri. Liquidare i complessi artistici corrisponde alla dismissione del core business del teatro. Una decisione così sofferta e drastica non può essere oggetto di quattro chiacchiere in un Consiglio d’Amministrazione. Andava anticipata con una complessa azione di dialogo all’interno del teatro per trovare una soluzione”.
Più in generale, il sindacalista ricorda la necessità di “un confronto sereno, come abbiamo auspicato e chiesto da sempre e che mai siamo riusciti ad avere”. Per Faillaci, infatti, la questione principale “del rapporto tra il sindacato e la governance è stata la mancanza di un confronto. Abbiamo sempre appreso le cose attraverso i giornali e tramite comunicazioni ufficiali. Hanno sempre preso delle decisioni senza mai misurarsi con il sindacato”.
Nel dettaglio, spiega Faillaci, “apprendiamo che ci sono dei problemi economici, cosa che a noi risulta strana. Il 30 settembre abbiamo avuto un incontro ufficiale con l’azienda in cui si dipingeva il quadro dell’attuale stagione in linea con il bilancio previsionale del 2014. C’è stato detto che il piano industriale era stato approvato al ministero e si era in attesa di 20 milioni del fondo Bray”.
“Poi c’è stato il licenziamento per problemi economici del teatro. C’è una discrasia di comportamenti ed annunci che ci lascia perplessi e stupefatti”, osserva Faillaci che sottolinea: “Faremo di tutto affinché questa decisione venga ritirata cercando strade alternative alla soluzione dei problemi economici. Se non ci sono preconcetti di carattere ideologico le difficoltà si possono risolvere con il dialogo e il confronto con tutto il sindacato”.
“Questa è un’operazione strumentale – scandisce Faillaci- dettata da motivazioni ideologiche e non legata a rapporti interni al teatro. E’ una volontà letale. Il licenziamento non può essere una soluzione. Vediamo in tutti gli atti assunti finora un teorema che conduce al ridimensionamento della capacità produttiva e al declassamento del teatro”.