(Adnkronos) – ”Non concordiamo affatto invece sulle analisi che sembrano trasparire dagli scarni comunicati che ancora una volta individuano, in modo propagandistico, la responsabilità del delicato momento che il Teatro sta attraversando nei lavoratori e in chi li rappresenta invece di identificare e risolvere quelli che sono i veri problemi del Teatro. Questi infatti devono essere ricercati e riassunti unicamente nell’inadeguatezza dei mezzi economici e organizzativi messi a disposizione del Teatro (pesanti tagli delle risorse pubbliche) aggravata da una palese insufficienza gestionale da parte di chi, come il Sovrintendente, ha preteso di surrogare la propria debolezza operando in termini di divisione dei lavoratori e tentando per questa strada di evitare un serio confronto su prospettive finalizzate all’individuazione di soluzioni e obiettivi all’altezza delle esigenze di un Teatro di eccellenza come quello della Capitale”.
”Per quanto ci riguarda – concludono i sindacati – siamo pronti da sempre ad affrontare un reale confronto sulle questioni tecniche – organizzative ed economiche, in rapporto stretto e nel rispetto degli indirizzi e delle determinazioni della Legge Bray, consapevoli della necessità di produrre il massimo sforzo per recuperare, per il Teatro della Capitale, il prestigio e l’insostituibile competenza del Maestro Muti. Per aprire un dialogo costruttivo c’è necessità di un’interlocuzione all’altezza della situazione e non certamente minacce e una ricerca accanita di ‘capri espiatori’ dopo che si è operato, per diverse Legislature, con una logica ‘scientifica’ di reale e perversa destrutturazione del Settore”.