Home Nazionale Papa: una nuova cittadinanza, al centro famiglia e lavoro al posto del denaro

Papa: una nuova cittadinanza, al centro famiglia e lavoro al posto del denaro

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Roma, 5 lug. (Adnkronos) – Papa Francesco incontra i molisani nella piazza della cattedrale di Isernia e lancia un appello per una “nuova cittadinanza” che metta al centro la persona, il lavoro e la famiglia anzichè il denaro e il profitto, recuperando il senso della misericordia. “Ecco il senso di una nuova cittadinanza, che sentiamo fortemente qui, in questa piazza davanti alla cattedrale, da dove ci parla la memoria di San Pietro del Morrone Celestino V”, esordisce il Papa che indice l’Anno Giubilare Celestiniano durante il quale, come dice Bergoglio, sarà spalancata per tutti la porta della divina misericordia. “Non è una fuga, non è un’evasione dalla realtà e dai suoi problemi, è la risposta che viene dal Vangelo: l’amore – esorta il Papa – come forza di purificazione delle coscienze, forza di rinnovamento dei rapporti sociali, forza di progettazione per un’economia diversa, che pone al centro la persona, il lavoro, la famiglia, piuttosto che il denaro e il profitto”.
“La piazza – dice il Papa salutando le autorità – è il luogo dove ci incontriamo come cittadini, e la cattedrale è il luogo dove ci incontriamo con Dio, ascoltiamo la sua parola, per vivere da fratelli. Nel cristianesimo non c’è contrapposizione tra sacro e profano”. Il Papa parla dell’eredità di Celestino V: “Lui, come san Francesco di Assisi, ha avuto un senso fortissimo della misericordia di Dio, e del fatto che la misericordia di Dio rinnova il mondo. Pietro del Morrone, come Francesco d’Assisi, conoscevano bene la società del loro tempo, con le sue grandi povertà. Erano molto vicini alla gente, al popolo. Avevano la stessa compassione di Gesù verso tante persone affaticate e oppresse; ma non si limitavano a dispensare buoni consigli, o pietose consolazioni. Loro per primi hanno fatto una scelta di vita controcorrente, hanno scelto di affidarsi alla Provvidenza del Padre, non solo come ascesi personale, ma come testimonianza profetica di una paternità e di una fraternità”. (segue)