Home Nazionale Parchi: Wwf, aree protette a rischio paralisi tra tagli e ritardi

Parchi: Wwf, aree protette a rischio paralisi tra tagli e ritardi

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Roma, 22 mag. – (Adnkronos) Rischio paralisi per i parchi italiani che “da un lato sono quasi tutti privi dei propri consigli direttivi, in alcuni casi attesi da anni; dall’altro stanno subendo tagli così pesanti nei finanziamenti dello Stato da mettere realmente in pericolo la possibilità di fare interventi concreti a tutela della natura”. Così Dante Caserta, presidente Wwf Italia, che a nome dell’associazione rivolge un appello al ministro dell’Ambiente “affinché recuperi i ritardi accumulati in passato e proceda rapidamente” e al governo affinché non penalizzi “ancora una volta un ministero che nel 2010 aveva un bilancio di 1,2 miliardi di euro ed oggi di soli 500 milioni”.
Dall’inizio del 2014, sottolinea il Wwf, si ha notizia di almeno tre tagli ai finanziamenti previsti dallo Stato sia per le aree naturali protette a terra che per quelle a mare. A quanto risulta all’associazione, il capitolo di bilancio ”gestione interventi Parchi nazionali” ha registrato un taglio di circa 865.000,00 euro, passando dagli originari 5.800.000 circa di inizio anno agli attuali 4.960.000,00 circa (un taglio del 15%).
Ancora peggio il capitolo di bilancio ”gestione interventi Aree Marine Protette” che ha registrato un taglio di oltre 1.200.000,00 euro, passando dagli originari poco più di 5.000.000,00 di inizio anno agli attuali 3.790.000,00 euro circa (taglio di circa il 24%). Dopo qualche recente tentativo da parte del ministero dell’Ambiente di garantire finanziamenti adeguati, da quest’anno si registra la ripresa dei tagli che rendono ancora più problematica la gestione dei parchi nazionali. In più, continua il Wwf, sui 23 parchi nazionali italiani, attualmente solo 3 (Dolomiti Bellunesi, Gran Paradiso e Sila) hanno un presidente e un consiglio direttivo operativo. Negli altri 20 è stato nominato solo il presidente. Il ritardo nelle nomine dei consigli direttivi, di competenza del ministro dell’Ambiente, in alcuni casi è, per il Wwf, “realmente imbarazzante”: il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e quello della Majella sono senza consiglio dal 2007, il Parco del Gargano e quello dell’Asinara dal 2008.”Sappiamo bene – commenta Caserta – che in questo periodo di crisi tutti gli enti, compresi i parchi, devono fare la loro parte nella riduzione delle spese, ma il settore ambientale è sempre quello più penalizzato. E come sempre si tratta di scelte. Con quanto l’Italia spenderà per un solo cacciabombardiere F35 si potrebbero assicurare finanziamenti alle aree naturali protette di questo Paese per molti anni. Di cosa ha più bisogno l’Italia? Di un ennesimo aereo da guerra o di un funzionale sistema di parchi, capace di tutelare aree naturali di enorme pregio che ogni anno attirano milioni di visitatori e turisti dall’Italia e dall’estero?’’.