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Parte dalla bioplastica la rivoluzione della chimica verde

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Roma, 2 apr. - (Adnkronos) – Non solo shopper per la spesa e sacchetti per la frazione umida per la raccolta differenziata. Ma anche posate e pneumatici. Ecco come la bioplastica si sta preparando a rivoluzionare il settore della chimica. Va proprio in questa direzione l’attività della Novamont che con il marchio Mater Bi produce e commercializza un’ampia famiglia di bioplastiche innovative. La produzione di Mater-Bi ha avuto inizio nel 1990, nello stabilimento di Terni.
Il Mater Bi, spiega all’Adnkronos, Federico Cioci, direttore stabilimento Novamont di Terni, ”è una bioplastica realizzata a partire dall’Origo bi che è un biopolitestere ottenuto da fonte rinnovabile e dall’amido di mais con un processo a basso impatto ambientale che consente uno sfruttamento efficiente delle risorse per ottenere questo materiale che poi viene trasformato”.
Le componenti vegetali utilizzate nella produzione sono di varia natura e tutte estratte da piantagioni per cui non vengono sfruttati terreni vergini o deforestati. L’amido di mais, ad esempio, è una sostanza già utilizzata come additivo industriale per dare vita a molti prodotti, come la carta. Inoltre, il mais utilizzato è geneticamente non modificato e coltivato in Europa.
Il processo di produzione, sottolinea Cioci, ”è continuo. In questo stabilimento si lavora 24h al giorno sette giorni su sette e abbiamo una capacità produttiva di circa 90mila tonnellate annuo”. Sotto il profilo ambientale, Enti di certificazione accreditati garantiscono la biodegradazione in diversi ambienti di smaltimento. E’ così possibile recuperare i rifiuti in Mater Bi mediante il riciclaggio organico insieme con gli scarti di cucina e rifiuti del giardino. Per molti gradi è inoltre garantita anche la biodegradazione in compostaggio domestico ed in suolo.
Il prodotto, sottolinea Cioci, ”viene ingegnerizzato dall’inizio cioè dalla coltura dalla quale si ottengono gli intermedi per produrre la bioplastica, viene seguito lungo tutto un ciclo di vita e poi nella fase di smaltimento. Questi materiali devono essere conferiti in un impianto di compostaggio, poi vengono utilizzati per formare compost o fertilizzanti”.