Home Nazionale Pd: allarme Bersani su iscritti, Renzi ‘c’è chi ne vuole 400mila e resta al 25%’/Adnkronos

Pd: allarme Bersani su iscritti, Renzi ‘c’è chi ne vuole 400mila e resta al 25%’/Adnkronos

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Roma, 3 ott. (Adnkronos) – Scoppia nel Pd il caso-iscritti. Il partito del 41 percento alle europee si ritrova in allarme rosso per il crollo del numero dei tesserati. L’ex segretario Pierluigi Bersani avverte che c’è il rischio che la ‘ditta’ come soggetto politico finisca. Pronta arriva la smentita del vertice, con il vice segretario Lorenzo Guerini che parla di “notizie infondate” e indica l’obiettivo degli oltre 300mila iscritti per la fine dell’anno.
Insomma, quasi uno psicodramma, al quale prova a mettere la parola fine Matteo Renzi in persona, che ribalta il ragionamento in chiave polemica: c’è chi vuole un partito con 400mila iscritti e il 25% alle elezioni. In ogni caso, quel che conta, sottolinea il leader, non sono le tessere ma le idee e gli ideali. “C’è un gruppo di persone che dice: ‘mamma mia da quanto c’è segretario Renzi, il Pd perde iscritti” a questi “vorrei semplicemente far notare che il Pd ha preso il 40,8%, 16 punti in piu’ delle ultimi elezioni”, dice Renzi a Ferrara. “A qualcuno piace il Pd che ha 400 mila iscritti e però perde le elezioni e prende il 25 per cento”, incalza.
Il giallo sulla moria di tesserati inizia di buon mattino, ed è Stefano Fassina a dare la sveglia: “Matteo Renzi, oltre a dedicarsi a organizzare la ‘Leopolda’ per i suoi fedelissimi, dovrebbe innanzitutto preoccuparsi di organizzare un’Assemblea nazionale dei coordinatori dei circoli del Pd”, perché “sarebbe utile ascoltare chi tra mille difficoltà è impegnato sul territorio” in un momento “così impegnativo per il Pd, alle prese con una virata programmatica sul lavoro, un crollo degli iscritti e il taglio drammatico delle risorse”.
(Adnkronos) – A stretto giro arriva il ‘carico’ di Bersani: un partito fatto solo di elettori e non più di iscritti, non è più un partito. “Lo Statuto dice -ricorda- che il Pd è un partito ‘di iscritti e di elettori’. Ovviamente, se diventasse solo un partito di elettori diventerebbe un’altra cosa. Uno spazio politico e non un soggetto politico. Ma non siamo a questo e non finiremo lì”.
Cerca subito di spegnere il potenziale incendio il vice segretario Lorenzo Guerini, che ricorre ad un comunciato per precisare che le notizie sul calo degli iscritti al Pd sono “infondate e strumentali” e che l’obiettivo è arrivare a 300mila adesioni a fine anno”. Il tesseramento del Pd è iniziato il 25 aprile del 2014, le tessere sono state distribuite a partire da giugno, e terminerà il 31 dicembre 2014″.
“Al momento -si legge nella nota- le cifre sugli iscritti che provengono dai territori sono comunque, decisamente superiori ai dati riportati”. L’andamento del tesseramento per il 2014 “procede naturalmente, e pur essendo evidente a tutti che siamo in un anno ‘non congressuale’ i numeri sono in linea con gli anni precedenti. Tra l’altro, i dati del 2013, sono in corso di verifica”. ”Spiace -commenta Guerini- che qualcuno, basandosi su proiezioni inventate, apra una polemica inutile. Detto ciò l’obiettivo è superare i 300mila iscritti a fine anno, veri. E ci impegneremo con determinazione per raggiungere questo obiettivo. Il resto sono solo strumentalizzazioni e numeri campati in aria”.
(Adnkronos) – Gianni Cuperlo, leader di Sinistradem, non affonda la lama ma vuole vederci chiaro: “Non voglio imbastire polemiche -afferma- e per un bilancio del tesseramento è giusto conoscere i dati certi sul numero degli iscritti. Ma credo sia necessario fare presto una discussione seria su quale idea di partito abbiamo in mente e su che modello immaginiamo per rendere viva la partecipazione dei cittadini”.
Per Cuperlo i partiti sono “la spina dorsale della democrazia, cosi come previsto dalla Costituzione” e se “abbiamo abolito una forma di finanziamento pubblico che di sicuro andava corretta e migliorata”, tuttavia “senza un sostegno pubblico, trasparente e controllato nell’uso, il rischio è di tornare a un accesso patrimoniale alle cariche elettive. E non bastano le cene con gli imprenditori o il 4 per 1000 a risolvere il problema”.
Nella concezione di Cuperlo gli iscritti “sono anche il modo per evitare che i partiti si riducano a comitati elettorali. Leadership forti sono importanti, ma i leader possono cambiare mentre, se una democrazia è solida, i partiti restano. E’ quello che avviene in tutta Europa. A destra e a sinistra. In Italia abbiamo sperimentato modelli di partito personali che non rendono la democrazia più solida. Affrontiamola questa discussione, presto e senza rinvii”, conclude.