Home Nazionale Pediatria: 2013 ancora ‘anno nero’ nascite, ma lievi segni ripresa

Pediatria: 2013 ancora ‘anno nero’ nascite, ma lievi segni ripresa

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(AdnKronos) – Il 2013 si conferma l’’anno nero’ della natalità in Italia. I nati sono stati 514.308, quasi il 4% in meno (-3,72%) rispetto all’anno precedente, in cui erano venuti al mondo 534.186 bebè. Il calo è stato più marcato nei primi 7 mesi del 2013, -4,26%, mentre si è registrato un live recupero nel ‘secondo tempo’, cioè -2,9% negli ultimi 5 mesi. “Segno che, seppure la crisi economica continua a condizionare le nascite, si registra una lieve ripresa di fiducia nei confronti del futuro”, sottolinea il pediatra Italo Farnetani, in base all’elaborazione dei dati del Bilancio demografico nazionale diffuso oggi dall’Istat.
Gli italiani sono 59.685.227, in aumento rispetto al 2012 (5.939.4207). “I nati diminuiscono, ma si muore meno – spiega all’Adnkronos Salute Farnetani, autore del volume ‘Da 0 a 3 anni’, edito da Mondadori – questo però significa che la popolazione italiana continua a invecchiare”. Un trend difficile da invertire, visto che “anche questi ultimi dati sulle nascite confermano il calo registrato costantemente da anni. Basta osservare alcuni dati: nel 2009 i nati erano 568.857, nel 2010 561.944, nel 2011 546.606 e poi 534.186 nel 2012 e ancora quasi il 4% in meno lo scorso anno”.
Nel 2013 ottobre risulta il mese di massima natalità, con 1.570 neonati al giorno, aprile quello con il numero più basso, 1.241 nati al giorno. In controtendenza rispetto all’Italia è Roma, dove si è passati da 24.645 del 2012 a 25.448 dello scorso anno, con un +3,37%, 833 bebè in più. “Quest’incremento nel comune di Roma è iniziato dal 2009 ed è un fenomeno soprattutto determinato dai genitori italiani”, afferma Farnetani.
Per il pediatra, “l’andamento della natalità si conferma uno dei più grandi indicatori dell’andamento dell’economia. La mancanza di lavoro e di risorse economiche e la precarietà ormai costante , disincentivano la voglia di fare figli. Se negli anni scorsi qualche area nel Nord Italia si salvava, adesso la crisi è generalizzata”.
“Il lieve recupero degli ultimi 5 mesi del 2013, però – sottolinea – può significare che le coppie che avevano aspettato a mettere in cantiere un bebè, si sono decise mostrando un recupero di fiducia verso il futuro. Il dato non è ancora significativo, perché ci vogliono alcuni anni per consolidarlo, ma può essere comunque un segnale positivo”.