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Per i diplomati è difficile studiare e lavorare

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Roma, 3 dic. (Labitalia) – Lavoro e studio? E’ un’ipotesi che molti diplomati scartano perché pensano di non riuscire a coniugare università e professione. E’ quanto emerge dal ‘XII Rapporto sul profilo dei diplomati 2014’, realizzato da Almadiploma e presentato oggi a Roma. “Alla vigilia della conclusione degli studi secondari superiori -rileva- 54 diplomati su 100 intendono iscriversi all’università, 21 pensano di cercare un lavoro, 7 ritengono di riuscire a coniugare lavoro entrambe le attività”.
“E 15 diplomati su cento sono incerti sul loro futuro. La quota dei diplomati incerti è particolarmente elevata (23%) tra i tecnici, seguiti dai professionali (19%) e dai liceali (assai distanziati: solo 7 su 100). Dal punto di vista delle prospettive post-diploma le caratterizzazioni dei percorsi di studio sono molto evidenti”, spiega.
Tutti e tre i diplomi liceali preludono chiaramente allo studio universitario: “L’86% dei diplomati -precisa Almadiploma- nei licei classici, l’82% dei diplomati scientifici e il 73% dei linguistici intendono solo studiare. Anche fra gli studenti del liceo pedagogico-sociale la propensione è elevata (65%). Negli indirizzi tecnici il 33% dei diplomati intende solo studiare, il 32% solo lavorare. Nei percorsi professionali 15 su 100 intendono solo studiare, 53% solo lavorare e 5% studiare e lavorare”.
Per quanto riguarda le aspettative legate al futuro professionale, spiega Almadiploma, “i neodiplomati attribuiscono particolare importanza a quattro aspetti: la stabilità-sicurezza del posto di lavoro, l’acquisizione di professionalità, le possibilità di guadagno e la carriera”. “I diplomati intenzionati subito a lavorare -sottolinea- esprimono un forte interesse per l’area aziendale commerciale-vendite, marketing, organizzazione e pianificazione e amministrazione e contabilità”.
Nelle aspettative dei giovani che intendono subito lavorare, precisa, “la stabilità del lavoro è ritenuta, nel complesso, l’aspetto più rilevante fra quelli presi in considerazione, così come il contratto a tempo indeterminato è la forma contrattuale preferita”. “Degno di nota -aggiunge- è lo scarso interesse per una professione coerente con gli studi e con i propri interessi culturali”.
“I liceali sono di gran lunga -fa notare- più presenti fra i diplomati intenzionati a proseguire gli studi (costituiscono il 65%), che fra chi sceglie il lavoro (6%). Analogamente, non sorprende che fra quanti contano di continuare gli studi prevalgano le femmine (58%) e fra chi intende lavorare i maschi (62%). I giovani che intendono solamente studiare hanno dedicato più tempo degli altri allo studio a casa e hanno svolto più esperienze di studio all’estero. Alla fine del percorso si mostrano più soddisfatti, rispetto agli altri, della propria esperienza scolastica”.
Complessivamente, i diplomati che intendono iscriversi all’università, secondo Almadiploma, “sono spinti soprattutto da tre motivazioni: poter svolgere, grazie alla laurea, l’attività professionale di proprio interesse, approfondire i propri interessi culturali e avere in futuro un lavoro ben retribuito”. “La stragrande maggioranza (il 90%) dei diplomati intenzionati ad iscriversi all’università, infatti, ritiene decisamente importante almeno una di queste tre ragioni”, osserva.
“I laureati continuano a godere -avverte- di vantaggi occupazionali rispetto ai diplomati e a chi è in possesso di un titolo di scuola dell’obbligo, sia nell’arco della vita lavorativa sia e, ancor più, nelle fasi congiunturali negative come quella attuale”.
“Dal 2007 al 2013 il tasso di disoccupazione -ricorda Almadiploma- è aumentato per i giovani con la sola licenza media dal 22 al 45% (+23 punti); nello stesso periodo per i diplomati la disoccupazione è aumentata dal 13 al 28% (+15 punti); per i laureati dal 10 al 16% (+6 punti)”.