L’indice NIC dei prezzi al consumo, che misura le variazioni mensili dei prezzi in 80 Comuni capoluogo di provincia, e consente all’ISTAT di monitorare in tempo reale l’andamento dell’inflazione, ha raggiunto ad Arezzo, nel corso del mese di giugno, il valore zero. La misurazione riguarda la variazione tendenziale dei prezzi (riferita cioè ai dodici mesi precedenti) di un paniere di 718 prodotti, articolati in 5.000 quotazioni di prezzo, che ogni mese vengono rilevati dall’Ufficio statistico comunale. A livello nazionale, il mese di giugno ha registrato invece un indice di +0,3%, in progressiva discesa dallo scorso mese di settembre.
Il crollo dell’inflazione, preannunciato da un semestre a questa parte sia a livello nazionale che locale, raggiunge ad Arezzo un risultato che ha un unico precedente mensile nel corso del 2009, anno nel quale l’attuale recessione ha dilagato, trasformandosi da crollo finanziario in crisi economica generalizzata. In precedenza, occorre retrocedere di mezzo secolo, fino al 1959, per rintracciare un tasso di inflazione annuo inferiore all’uno per cento.
Dall’inflazione alla deflazione.
L’azzeramento dell’indice di variazione dei prezzi, causato da una perdurante contrazione della spesa per i consumi delle famiglie (-2,5% nel solo 2013) costituisce l’anello finale di una concomitante serie di fattori economici negativi: la diminuzione del potere di acquisto, la disoccupazione dilagante, l’incremento dell’area di povertà relativa, il progressivo contenimento dei consumi, esteso ai generi di prima necessità: alimentazione, abbigliamento, spese sanitarie. Se la tendenza non subirà inversioni significative, i prossimi mesi potrebbero registrare il passaggio dalla disinflazione (il rallentamento del tasso di inflazione) ad una situazione di vera e propria deflazione: una riduzione dei prezzi generalizzata e perdurante.
Si tratta di uno scenario assai preoccupante. Infatti, se a prima vista la frenata dell’inflazione può apparire un elemento positivo, accompagnato da un maggior potere di acquisto, la stasi dei prezzi, o la loro diminuzione possono costituire un ulteriore elemento di freno dell’economia. Le famiglie tendono infatti rinviare gli acquisti, prevedendo sconti maggiori in futuro e paralizzando i consumi. Le imprese possono a loro volta rinunciare ad investire, temendo di vendere i loro prodotti, in futuro, a prezzi più bassi del costo di produzione odierno, causando una ulteriore contrazione dell’economia, che si avvita su se stessa. Si tratta di un campo minato, di cui si intravedono, per il momento, i primi contorni. Per valutarne la pericolosità può essere utile ricordare come il Trattato dell’Unione europea indichi quale obiettivo prioritario della Banca centrale la stabilità dei prezzi, legalmente definita dalla BCE come “il mantenimento di tassi di inflazione inferiori ma vicini al 2% nel medio termine”. In realtà, a dicembre 2013 il tasso di inflazione nell’area euro è sceso al +0,8%; una decina di paesi presentano ritmi di crescita inflattiva inferiori all’1% o – come l’Italia – viaggiano vicini allo zero; alcuni versano già in stato di deflazione.
Le rilevazioni ad Arezzo
Per quanto riguarda i prezzi rilevati nel mese di giugno nel Comune di Arezzo, i settori che mostrano le maggiori percentuali di riduzione tendenziale sono quelli delle comunicazioni (-8,7%), dei prodotti alimentari e bevande analcoliche (-1,2%), dei servizi sanitari e spese per la salute (-0,4%), del comparto abitazione, acqua, energia elettrica, gas ed altri combustibili (-0,2%). Ad un maggior livello di disaggregazione, risultano in sofferenza rispetto ai dodici mesi precedenti gli apparecchi telefonici e telefax (-14,8%), la gioielleria ed orologeria (-11%), la frutta (-9,8%), i servizi di telefonia e telefax (-7,4%), gli apparecchi di ricezione, registrazione e riproduzione di suoni e immagini (-7%), i vegetali (-6,6%), il gas (-6,3%), i servizi assicurativi connessi alla salute (-6%), gli apparecchi fotografici e cinematografici e strumenti ottici (-5,%).
Il rinnovo della Commissione prezzi
La situazione aretina, che amplifica una tendenza nazionale ormai consolidata, è stata valutata con senso di viva preoccupazione da parte della Commissione di controllo sui prezzi – rappresentativa delle associazioni imprenditoriali e delle organizzazioni dei lavoratori attive nei settori commerciale, industriale, artigianale ed agricolo – che sta concludendo in questi mesi il suo mandato biennale. Il Comune, nella persona dell’assessore Stefania Magi, ha infatti attivato la procedura per la richiesta di designazioni, in vista del rinnovo della Commissione, che avvierà il prossimo mandato, in stretta collaborazione con l’ufficio comunale di statistica, a partire dal mese di settembre.
Le elaborazioni dei prezzi rilevati e sottoposti all’esame della Commissione vengono sistematicamente pubblicate – dopo la validazione da parte dell’ISTAT – sul sito web del Comune (www.comune.arezzo.it), in una serie di pagine raggruppate sotto la voce “Dati statistici” e dedicate alla Rilevazione dei prezzi al consumo.