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Rai: Mucciante, a 90 anni la Radio si proietta nel futuro

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Roma, 6 ott. (AdnKronos) – “La radio viene accesa ogni giorno da 35 milioni di italiani. Chi ne profetizzava un lento declino di fronte al frenetico sviluppo delle tecnologie ha perso la scommessa. E’ oggi lo strumento più moderno che esista, in grado di invadere gli altri media, che ne diventano il veicolo di diffusione”. Lo ha affermato il direttore di Radio1 Flavio Mucciante , durante il Gr1 delle 8 in occasione dei novanta anni di Radio Rai.
“La radio e’ proiettata nel futuro e suonano ormai stonati i commenti di chi si ostina a definirla come la sorella minore o, in alcuni casi, addirittura la sorella cieca della tv” dice Mucciante, secondo il quale ” la radio ci vede benissimo, corre sulle autostrade digitali, e’ sempre più compagna inseparabile della nostra vita”. Una radio che siamo ormai abituati a portare con noi nel corso dell’intera giornata: su computer, iPod, tablet o smartphone.
“La radio e’ ovunque, e’ lo strumento più moderno che esista, in grado di viaggiare su tutti gli altri media , tv compresa- sostiene il direttore di Radio1- attraverso le app, scaricatissima e’ quella di Radio Rai, i podcast con i quali ciascuno può disegnare il proprio palinsesto su misura, l’ascolto on demand su Internet, l’interazione con i social network”.
L’sms degli ascoltatori lascia spazio a What’s app e con le sue play list e i contenuti extra la radio va a presidiare le piazze virtuali dove si può conoscere e scambiare musica come Deezer e Spotify, che raggiungono quasi i 40 milioni di utenti al giorno. “Radio1 – assicura Mucciante- vuole essere protagonista di questa grande trasformazione in atto: Gr ogni mezz’ora, nuovo sito completamente rinnovato, la grande musica , tutto lo sport che conta: dal calcio alla Formula uno, dal basket al moto Gp “.
Una moderna rete di informazione, la “radio mamma”- come l’ ha definita Jovanotti nella sigla di Fuori programma , o la radio nonna- come ha ironizzato Fiorello, facendo riferimento al compleanno di Radio Rai. Sono passati 90 anni da quel 6 ottobre del 1924, dalla prima trasmissione firmata Uri, Unione Radiofonica Italiana. Allora l’esclusiva delle notizie era dell’Agenzia di stampa Stefani .
“Oggi viviamo nell’era dell’informazione globalizzata con il rischio opposto- dice Mucciante- il rischio di un’omologazione di quanto ci viene proposto, in modo sempre più veloce e difficile da controllare”. Per questo – secondo il direttore di Radio1 – sarà fondamentale ” impegnarsi ogni giorno per fornire agli ascoltatori tutti gli strumenti di comprensione di un fatto, per leggere in profondità quanto accade in Italia e nel mondo, inseguendo certo lo share- come impongono le regole del mercato- ma anche quel profitto sociale e culturale, proprio di una radio che voglia definirsi a pieno di titolo un servizio pubblico”.