Roma, 23 ott. (Adnkronos) – ‘Negro’, ‘ladro’ e adesso anche ‘ciccione’. Sono parole che vengono usate quotidianamente per discriminare, non risparmiando ora nemmeno le persone in sovrappeso. La campagna sociale “Anche le parole possono uccidere”, partita oggi e promossa da Avvenire, Famiglia Cristiana, agenzia Armando Testa e Federazione Italiana Settimanali Cattolici, punta a sensibilizzare contro l’uso del linguaggio offensivo. E lo fa con immagini forti, che vedono il volto di persone discriminate ‘trafitto’ da parole che sembrano proiettili. L’iniziativa è stata presentata alla Camera e la presidente Laura Boldrini ha dato il suo plauso. “È più facile cambiare una legge che l’utilizzo delle parole. Questa campagna è un forte no alla discriminazione, e in particolare alle ‘parole che uccidono'”.
“E’ molto comune essere oggi, nel nostro Paese, oggetto di discriminazione. Basta essere immigrati, o anziani o donne. Se poi si è di religione musulmana, oppure obesi o di etnia rom, ancor di più”, è il commento di don Antonio Sciortino, direttore di Famiglia Cristiana. Un sodaggio di Swg realizzato proprio per il settimanale cattolico mostra come il 66% degli intervistati dica di essere stato discriminato almeno una volta nella vita, e il 51% di essere stato vittima di episodi di intolleranza.
L’iniziativa è parte di uno progetto più ampio. L’hashtag #migliorisipuò promuove lo sviluppo di altre campagne analoghe volte alla riflessione e alla crescita di consapevolezza della società.