Home Nazionale Ricerca: studio italiano, nel Dna mitocondriale il segreto della longevita’

Ricerca: studio italiano, nel Dna mitocondriale il segreto della longevita’

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Modena, 15 apr. (Adnkronos Salute) – Il segreto della longevità è nel Dna mitocondriale. A questa conclusione sono arrivati i ricercatori delle università di Modena e Reggio Emilia, di Bologna e di Firenze, oltre che del Cnr di Pisa, dell’Istituto superiore di sanità di Roma e del Nosae di Modena, nell’ambito di uno studio sui fenomeni biologici legati al processo di invecchiamento e sullo sviluppo di nuove strategie, terapeutiche ma anche comportamentali, per migliorare lo stato di salute della persona anziana. Lo studio, coordinato da Andrea Cossarizza dell’Unimore e Claudio Franceschi dell’ateneo di Bologna, e portato avanti da Marcello Pinti di Unimore, si è svolto nell’ambito del progetto Europeo Eu-Geha ed è stato finanziato in parte anche dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Vignola.
“Non c’è dubbio che questa scoperta scientifica – ha affermato il rettore dell’Unimore Angelo Andrisano – dischiude le porte a nuove froniere di ricerca e terapeutiche. Non si è trovato il mitico elisir di lunga vita – precisa ma certamente sapere di più del nostro sistema immunitario e dei mecccanismi fisiologici che conducono all’invecchiamento consente di far progredire le terapie rivolte agli anziani”.
Dal 2006 al 2013 i ricercatori coinvolti hanno prima raccolto il plasma, e poi quantificato il Dna mitocondriale presente, di 831 persone sane di diverse nazionalità europee, di età compresa da 1 a 104 anni, fra cui 429 individui appartenenti a coppie di fratelli o sorelle, oltre i 90 anni. Le informazioni raccolte hanno consentito di scoprire che con il processo di invecchiamento aumenta la quantità di Dna mitocondriale circolante nel plasma e, studiando le famiglie di persone molto anziane, che esiste un forte controllo genetico di tale livello.
“Il Dna mitocondriale, che deriva appunto dai mitocondri, organelli deputati alla produzione di energia in pressochè ogni cellula del nostro organismo, viene rilasciato nella circolazione – spiega Cossarizza – quando una cellula muore e di conseguenza si rompe. Questo Dna ha una forma particolare, del tutto diversa dal Dna presente nel nucleo, dal momento che i mitocondri sono organelli derivati dalla fusione di cellule batteriche con cellule nucleate, avvenuta qualche miliardo di anni fa e hanno mantenuto la loro originale caratteristica genetica”, rimarca l’esperto precisando dunque che “quando il sistema immunitario avverte la presenza di questo Dna circolare, di derivazione batterica, innesca un processo di infiammazione che tende ad automantenersi”.
Tutto ciò ha consentito al gruppo modenese di scoprire che le cellule deputate alle difese immunitarie contro agenti patogeni, quando vegnono a contatto con il Dna mitocondriale, sono anche in grado di produrre le molecole che prima innescano e, poi, mantengono i processi infiammatori. La capacità di controllare la produzione e il rilascio di Dna mitocondriale da un lato, i suoi effetti dall’altro sono quindi la nuova chiave di lettura del come e perché si invecchia.

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