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Saldi al via sabato 3 gennaio

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Saldi al via sabato 3 gennaio
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Sabato 3 gennaio si aprono ufficialmente le vendite di fine stagione anche in provincia di Arezzo. Scongiurata una partenza ritardata rispetto ai colleghi delle Regioni limitrofe, i commercianti aretini della moda possono quindi competere ad armi pari con quelli umbri esponendo i cartellini dei prezzi in saldo già da sabato prossimo, anziché da lunedì 5 gennaio come avrebbe previsto la normativa regionale prima della nuova decisione, presa dalla giunta Rossi grazie all’intervento di Confcommercio.

Saranno dunque circa 900 in provincia i negozi di abbigliamento, calzature, intimo, mercerie, articoli sportivi e tessuti per la casa a proporre in saldo ai clienti i prodotti della stagione autunno/inverno 2014/2015. “Almeno nei primi giorni i consumatori potranno ancora trovare un buon assortimento di taglie e colori”, dice il presidente provinciale di Federmoda-Confcommercio Paolo Mantovani, “anche se negli ultimi anni alcuni operatori preferiscono mantenere uno stock più ridotto di prodotti in magazzino, per non rischiare di avere troppe rimanenze”.

Secondo la Confcommercio, la stima previsionale di spesa degli aretini dovrebbe essere intorno alle 165 euro pro capite, addirittura superiore di cinque euro rispetto a quella dello scorso anno, quando era ferma a 160. Non è però esattamente una buona notizia, come potrebbe sembrare. “Quelle 5 euro che forse saranno spese in più da ogni aretino sono state gelosamente risparmiate durante la stagione normale, che è stata piuttosto avara per il settore moda”, sottolinea Mantovani, “la gente ha comprato meno, un po’ per la crisi generale dei consumi, un po’ per l’aumento delle tasse e delle spese fisse, ma un po’ anche perché non ne aveva bisogno, visto il clima mite che ha caratterizzato l’inverno finora”.

Molti operatori contano quindi sull’effetto-sorpresa del clima, più che su quello dei saldi. “Il grande freddo arrivato proprio in queste ore dovrebbe smuovere ancora di più gli affari, convincendo le famiglie ad affrontare anche acquisti più onerosi e importanti, come stivali, giubbotti e capospalla, grazie alle percentuali di sconto che saranno da subito superiori al 30%”, spiega il presidente della Federmoda-Confcommercio aretina. Ottima poi, nel capoluogo, la coincidenza tra il primo giorno dei saldi invernali e la prima edizione della Fiera Antiquaria per l’anno 2015: “almeno in centro storico il maggior afflusso di visitatori dovrebbe spingere le vendite, grazie anche al ponte festivo verso l’Epifania”.

Buone, quindi, le aspettative dei negozianti, anche se la crisi dei consumi nella moda ha colpito perfino le vendite di fine stagione: “se nel 2012 il budget a famiglia era di 403 euro, nel 2013 è passato a 384 euro. Quest’anno se le nostre previsioni sono corrette dovrebbe recuperare di poco portandosi a 396 euro, ma solo perché si è risparmiato di più nella stagione normale”, dice Mantovani.

A rovinare il trend dei saldi contribuisce di certo il proliferare dei “saldi anticipati”, più o meno mascherati, fin dal periodo prenatalizio: “la legge vieta le vendite promozionali entro i trenta giorni precedenti l’inizio dei saldi, ma c’è sempre qualcuno che trova il modo per proporre comunque degli sconti”, spiega il presidente Mantovani, “il problema vero è che tra sconti e offerte tutto l’anno per i consumatori è sempre più difficile capire qual è il prezzo giusto. C’è poi la deflazione, peggiore dell’inflazione: anche chi può spendere, non lo fa aspettando che i prezzi calino o pretendendo di pagare sempre meno. In questo modo, il mercato perde ogni riferimento”.

Il consiglio della Confcommercio è, come sempre, di rivolgersi per i saldi ai negozianti di fiducia. “Per facilitare i consumatori nella scelta, la merce esposta deve riportare il prezzo normale di vendita e quello in saldo, con la percentuale di sconto evidenziata”, ricordano dalla Confcommercio, “non è necessario che i capi siano della stagione in corso, possono anche essere di collezioni passate. La prova dei capi è rimessa alla discrezionalità dei singoli operatori, così come il cambio della merce acquistata, ovviamente a meno che non si riveli danneggiata, nel qual caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo o, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato”.

Tra le curiosità segnalate dalla Confcommercio, il fenomeno sempre più marcato della ‘destagionalizzazione’ del guardaroba, che aiuta perfino a risparmiare. “Esistono tanti capi che non hanno una collocazione temporale esatta: piumini ultralight, sneakers, jeans, gilet vanno bene tutto l’anno. La moda in fondo segue l’andamento del clima, che ha fatto registrare giornate freddissime d’estate e caldissime d’inverno. Così, chi investe il suo budget in alcuni capi passepartout li può usare sempre”, sottolinea Mantovani. Addio quindi al vecchio armadio “4 stagioni”, visto che ora di stagione ne può esistere una sola, basta orchestrare bene quanto si ha a disposizione. Fatti salvi, beninteso, costumi da mare e piumini per il grande freddo.

Lo stesso concetto vale per lo stile: “oggi non ne esiste uno prevalente sul quale tutti si conformano”, spiega Mantovani, “ma ne esistono molti paralleli e questo è positivo per i consumatori. Ognuno può rinnovare il proprio look e trovare uno stile adeguato mescolando vecchi e nuovi capi”. Gli addetti ai lavori lo chiamano “mix&match”. Ma, in altri termini, è solo la moda che viene in soccorso del portafoglio ricorrendo alla fantasia.