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Salute: pediatra, -60 mila alunni in 2020, scuola obbligatoria fino a 18 anni

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Roma, 26 ago. (AdnKronos Salute) – L’emorragia di culle porterà l’Italia ad avere “60.000 alunni in meno nel 2020: qualcosa come 2.200 classi in fumo, con una disponibilità di 11.000 insegnanti. Sono convinto che ci siano i mezzi per contrastare l’abbandono scolastico e allungare l’obbligo scolastico a 18 anni, a vantaggio della salute fisica, psichica e della crescita dei giovanissimi italiani”. A intervenire nel dibattito sulle novità in vista per il mondo della scuola è il pediatra di Milano Italo Farnetani, che per l’Adnkronos Salute ha elaborato alcuni dati, proprio a partire dal fenomeno del calo della natalità.
“Se le cose non si modificano, nel 2020 avremo 60.000 alunni in meno, che equivalgono a 2.200 classi. Allora, invece di parlare solo di insegnanti, supplenze e precariato, fra le ottimizzazioni possibili delle risorse sarebbe il caso di pensare ai ragazzi, al loro sviluppo e alla loro salute. La maggior disponibilità di insegnanti potrebbe dunque essere impegnata a favore degli alunni estendendo l’obbligo scolastico a 18 anni, mentre ora è a 16”, spiega il pediatra. “Infatti oggi ci sono 300.000 minori fra i 17 e i 18 anni che non vanno a scuola, mentre in questa età l’organismo è ancora in formazione, pertanto non adatto al lavoro”.
Per la salute degli adolescenti “la priorità della scuola, proprio nell’interesse degli alunni, sarebbe quella di innalzare l’obbligo scolastico a 18 anni, e allo stesso tempo combattere la dispersione scolastica, che è anche uno strumento di lotta al lavoro minorile. Insomma per crescere bene il messaggio è: tutti a scuola”, assicura il pediatra.
In questo modo, oltretutto, si contrasterebbe “il disagio in questa fascia d’età. Si consentirebbe una formazione migliore e più uniforme e si accompagnerebbe in modo più completo la crescita dei giovanissimi”, dice Farnetani. “Le risorse, per quanto riguarda gli insegnanti, ci saranno. Ecco perché sarebbe utile programmare questo intervento a vantaggio dei giovanissimi”.