Home Nazionale Salute: sport e pochi frutti di mare, nuove linee guida anti-Alzheimer

Salute: sport e pochi frutti di mare, nuove linee guida anti-Alzheimer

0

Roma Roma, 26 mag. (Adnkronos Salute) – Più sport e pochi frutti di mare. C’è anche l’indicazione a seguire una dieta a basso contenuto di rame fra le 7 linee guida per la prevenzione della malattia di Alzheimer che si concentrano su stili di vita e alimentazione, frutto del lavoro di un pool di ricercatori internazionali.
Il gruppo di scienziati riuniti nei mesi scorsi a Washington per iniziativa del Physicians Committee for Responsible Medicine, che ha pubblicato le linee guida sulla rivista ‘Neurobiology of Aging’, sottolinea l’importanza del controllo dei livelli di assunzione di rame, a partire da un semplice test del sangue (C4D). Alla stessa conclusione era giunto uno studio tutto italiano, pubblicato su ‘Annals of Neurology’ appena un mese fa.
Questa ricerca, condotta dai Centri Fatebenefratelli di Roma (Isola Tiberina) e di Brescia, con l’Università Cattolica-Policlinico Gemelli, ha infatti dimostrato l’esistenza di un legame diretto tra cattivo assorbimento del rame ed evoluzione della malattia di Alzheimer. “Il rame è un elemento essenziale per la vita – sottolinea Rosanna Squitti, ricercatrice dell’Ospedale Fatebenefratelli all’Isola Tiberina di Roma, capofila dello studio – che introduciamo nel nostro organismo attraverso la dieta. Le linee guida sono rivolte a chi presenta difficoltà nel metabolismo di questo metallo, cioè lo elimina con più difficoltà. Pertanto prima di fare qualsiasi dieta, è necessario verificarlo. In particolare, le persone che hanno superato i 55 anni e sospettano di avere delle dimenticanze, oltre all’esame del colesterolo e alle altre indagini del caso, possono effettuare anche il test del rame Non-Ceruloplasminico, cosiddetto ‘tossico’ o libero (non legato alle proteine)”.
L’indicazione, per le persone che presentano livelli fuori norma di rame libero nel sangue, è di evitare l’assunzione di vitamine che contengono metalli. Le linee guida prevedono, inoltre, una riduzione dell’assunzione di grassi saturi e trans-insaturi (contenuti ad esempio nelle carni, quelle ‘rosse’ in particolare), che producono un aumento del decadimento cognitivo, soprattutto se associati a una dieta ad alto contenuto di rame.
Per contro, è consigliato l’aumento del consumo di alimenti vegetali, soprattutto legumi: in questo caso i metalli contenuti sono infatti assimilati in base alle esigenze dell’organismo. Bene anche l’assunzione di cibi contenenti vitamina E (semi, spinaci o altri vegetali a foglia larga), che è in grado di aumentare la resistenza dei neuroni ai processi degenerativi e che invece non viene assunta adeguatamente sotto forma di complesso vitaminico. Importanti per la produzione dei neurotrasmettitori e il miglioramento delle facoltà cognitive sono le vitamine B12 e B6, efficaci anche se assunte come complessi multivitaminici.
“Anche l’esercizio fisico – ricorda la Squitti – compare tra le linee guida: fare attività fisica per 40 minuti al giorno aumenta il trofismo dei neuroni, ovvero la loro capacità di resistere ad eventi di degenerazione scatenate da alcune malattie come appunto l’Alzheimer”.