Home Nazionale Sanità: Simg, per depressione cure ad hoc solo per 20% pazienti

Sanità: Simg, per depressione cure ad hoc solo per 20% pazienti

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Roma, 28 nov. (AdnKronos Salute) – In Italia la depressione colpisce 7,5 milioni di persone, il 12,5% della popolazione. Ma solo il 20% segue una terapia corretta. Un problema che coinvolge famiglie e mondo del lavoro: una persona depressa su tre lo è ancora dopo un anno, una su 10 deve continuare la terapia dopo 5 dal primo episodio, oltre la metà avrà una ricaduta nell’arco della sua esistenza. La presenza di altre malattie croniche, come ipertensione o diabete, peggiora la qualità di vita. Per questi pazienti è fondamentale il ruolo del medico di famiglia. Nasce da queste considerazioni il progetto Psychè, presentato al 31° Congresso nazionale della Società italiana di medicina generale e delle cure primarie (Simg) in corso a Firenze.
L’iniziativa, realizzata con il contributo incondizionato di Angelini in collaborazione con la Società italiana di psichiatria (Sip), ha l’obiettivo di offrire ai camici bianchi del territorio le conoscenze diagnostiche e terapeutiche per la gestione del paziente con depressione e disturbo bipolare. “L’impatto della malattia purtroppo è sottovalutato – spiega Claudio Cricelli, presidente Simg – Le linee guida raccomandano un trattamento di almeno 6 mesi, per l’alto rischio di recidiva. Ma diversi studi, condotti anche in Italia, hanno dimostrato che la percentuale di persone che assumono farmaci antidepressivi in maniera continuativa e appropriata è pari solo al 20%, mentre circa il 50% sospende il trattamento nei primi 90 giorni e oltre il 70% nei primi 6 mesi. Questo comporta una mancata efficacia delle terapie, un aumento ingiustificato della popolazione esposta a possibili effetti collaterali e un aggravio di spesa per il servizio sanitario nazionale”.
Il progetto Psychè si articola in una fase iniziale di formazione di 20 medici di famiglia con speciale interesse in neuropsichiatria, che a loro volta hanno il compito di formare 500 colleghi, seguito da una fase attuativa a livello locale. In questo modo le conoscenze acquisite verranno utilizzate sul campo nella gestione del paziente con disturbi psichiatrici, rimandando allo specialista nei casi più complessi. Il progetto è partito a giugno 2014, a settembre e ottobre si sono svolti i primi corsi territoriali da parte dei medici di famiglia precedentemente formati, che si protrarranno per tutto il 2015.