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Sempre più locali stranieri per gli auguri di Natale al ristorante

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Milano, 9 dic. – (AdnKronos) – Sì agli auguri di Natale al ristorante, ma i locali sono sempre più stranier

i. A Milano città si può contare su un’offerta tra ristoranti e asporto di oltre 4.500 imprese, + 6,4% rispetto al 2013. Circa un’impresa della ristorazione su tre (1.607) a Milano città è straniera, con i locali non italiani che crescono del 9,3% in un anno, una velocità quasi doppia rispetto alla crescita delle imprese italiane (+4,8%). La metà degli stranieri fa anche la pizza. E’ quanto emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati del registro imprese al secondo trimestre 2014 e 2013 relativi alle sedi di impresa e, per le nazionalità, ai titolari di impresa individuale nati all’estero.
Cresce la ristorazione a Milano, in Lombardia e in Italia, rispettivamente +5,5%, +2,6% e +2,4%. A Milano ci sono nel settore 7.817 imprese, in Lombardia 23.712, in Italia 171.313. Traina la crescita la ristorazione internazionale che in media cresce del +8% in un anno e costituisce il 32,9% del settore a Milano, il 22,8% in Lombardia e l’11,4% in Italia. Nel 2014 sono infatti circa 2.600 le imprese straniere attive tra ristorazione con e senza somministrazione a Milano e provincia, 5.400 in Lombardia e quasi 20 mila in Italia.
Milano è il cuore di questo fenomeno con un peso pari al 13,2% sul totale nazionale, seguita a livello italiano da Roma con 2.086 imprese (10,7%) e Torino (1.082, 5,5%). Con la città di Milano che, da sola, concentra oltre l’8% dei ristoratori stranieri che lavorano in Italia. In Lombardia, dopo il capoluogo milanese, che pesa circa la metà della ristorazione “etnica” regionale, vengono Brescia con l’11,7%, Bergamo (7,7%) e Monza e Brianza (7,4%). La ristorazione straniera a Milano e in Lombardia è soprattutto degli egiziani, tra pizza e kebab, (il 43% a Milano, 39,5% in regione) seguiti dai cinesi, che tra involtini primavera, sushi e pizza, pesano il 28% a Milano e il 20,5% in Lombardia. Vengono poi i turchi specializzati in kebab. In Italia, invece, se il 17% delle attività è gestito da egiziani o cinesi, il 6% è di rumeni.