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Il Sindaco Ciolfi: “Ad Arezzo le vecchie abitudini stentano a morire”

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Il Sindaco Ciolfi: “Ad Arezzo le vecchie abitudini stentano a morire”
Alberto Ciolfi

Non senza stupore si è letto sulla stampa locale la polemica sull’occupazione del Pd di (quasi) tutte le cariche nei vertici delle aziende di servizi pubblici aretine e non, che dal 2007 sono moltiplicate in numero. A livello nazionale ormai se ne contano più di 7 mila. Come noto, le società locali, nate a seguito della legge 142 del 1990 come forma per modernizzare la gestione dei servizi pubblici locali, hanno subito una evoluzione degenerativa per effetto di molte cause: non ultima dal fatto che dal 2007 si sono avute ben 12 (dodici!) interventi legislativi da parte dello Stato italiano. In questo lasso di tempo, al processo di societarizzazione si sono perseguiti altri obiettivi, non proprio esemplari: moltiplicazione delle società; aggiramento delle regole pubblicistiche in materia di assunzioni; occultamento del debito; elusione del patto di stabilità; gestione su base fiduciaria attraverso amministratori selezionati senza criteri di professionalità; fette di spesa pubblica trasferite alle società controllate attraverso contratti di servizio. L’assenza di un confronto concorrenziale ha prodotto una lievitazione della spesa, spesa che i cittadini sono chiamati a coprire con tasse e tariffe sempre più alte.

E’ urgente avviare un percorso di riduzione, graduale ma strutturale, della spesa e al contempo di riqualificazione di un settore di grande rilevanza economica e sociale. In primo luogo nei servizi a rete (acqua, energia, trasporti, ambiente) per i quali è necessario un processo di semplificazione della galassia di società nate in questi ultimi anni, spesso senza addirittura alcun dipendente.

“Il Comune di Capolona, sostiene il sindaco Alberto Ciolfi, intende dismettere la partecipazione dalle società che negli ultimi anni si sono trasformate in finanziarie: questo vale per Aisa, Csa, Coingas ed anche Lfi. Oggi ci sono una molteplicità di aziende, con costi incontrollabili che ricadono direttamente sui cittadini, i veri azionisti di queste aziende pubbliche. Per questi motivi l’Assessore di Capolona Giuseppe Scortecci ha votato contro il Bilancio 2013 di LFI e, di conseguenza, la nuova composizione del Consiglio di Amministrazione. Non c’era né c’è alcun giudizio sulle persone. Semplicemente, per noi, la LFI dovrebbe avere un Amministratore unico con il compito della liquidazione della società. Massimiliano Dindalini è stato ovviamente informato di questa posizione, anche da una assemblea di partito all’indomani della sua elezione a segretario provinciale. “Si può non essere d’accordo con Capolona, ma toglierne dignità facendo intendere chissà quali motivazioni “dietrologiche”, e derubricando la posizione espressa dall’azionista Capolona a questione personale, conclude Ciolfi, non pare corretto.