(AdnKronos) – Premesso che “il rischio del dibattito che ha preceduto il Sinodo straordinario sulla famiglia è di dimenticarsi del cuore vero del problema: le persone, le famiglie ferite e il loro cammino di fede”, il cardinale Tettamanzi ricorda che per la dottrina “i cattolici divorziati e risposati non possono accedere all’eucarestia, limitazione necessaria derivata dalla loro condizione di vita”.
Infatti, “se ricevuta dai divorziati risposati, l’eucarestia si configura come un segno falso e falsificante. La loro è una ‘alleanza spezzata’, mentre l’eucarestia attua una partecipazione piena a Gesù Cristo nel sacrificio che sigilla la sua indissolubile alleanza d’amore alla Chiesa”. Però, sottolinea ancora Tettamanzi, “Dio ama tutti, nessuno escluso, con un cuore misericordioso” e dunque “permane l’amarezza per coloro che si sentono giudicati come imperdonabili”.
In vista del Sinodo, il porporato suggerisce “pazienza, dialogo e perdono: un cammino esistenziale in cui le persone si confrontano con i propri errori e, passando per un percorso di purificazione e maturazione, arrivano conciliarsi tra loro, con la Chiesa e con Dio. Sollecito una pastorale che, come chiede Papa Francesco, sia intelligente, coraggiosa e piena d’amore, fatta di vicinanza, compassione e condivisione, senza giudizio di condanna della persona”.