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Sip, allarme criminalità nel superamento degli Opg

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(AdnKronos) – L’ombra della criminalità organizzata sul superamento degli Opg. C’è infatti il rischio che persone che “non sono portatrici di disturbi psichici, ma appartengono alla criminalità organizzata, possano approfittare dei percorsi sanitari alternativi previsti nel percorso di superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari. Un rischio concreto, che potrebbe insinuarsi tra le pieghe delle applicazioni della nuova normativa per il superamento degli Opg”. A lanciare l’allarme è Società italiana di psichiatria, in occasione dell’incontro, a Roma, del Gruppo interregionale della salute mentale (Gism) con il Gruppo interregionale della sanità penitenziaria (Gispe). Un appuntamento che apre a una serie di scadenze molto rigide che porterà, il 31 marzo 2015, alla conclusione del processo di superamento degli Opg e alla loro chiusura definitiva.
Un processo condiviso dalla Sip, anche se “esistono delle criticità che richiedono una risoluzione costruttiva. Criticità che si riferiscono soprattutto alle necessità di garantire migliori standard di cura all’interno delle carceri, di giungere ad una revisione del concetto di pericolosità sociale e di identificare percorsi non equivoci, per evitare inserimenti impropri da parte della criminalità nei percorsi di cura garantiti dal superamento degli Opg. In assenza delle dovute risposte a questi problemi, il rischio – paventano gli psichiatri – è vanificare sul nascere una riforma fondamentale, dal punto di vista sociale, etico e morale, per il nostro Paese”.
“La Sip – spiega il presidente Emilio Sacchetti, che dirige anche il Dipartimento di Salute mentale degli Spedali Civili di Brescia – segue da molto tempo e con attenzione questo delicato percorso e intende partecipare al coordinamento nazionale previsto nel Dl n. 52/2014, per il contribuito tecnico-scientifico e operativo dei propri soci psichiatri, impegnati nel percorso di dimissione e di accoglienza delle persone malate di mente e autori di reato. Recentemente è stata anche redatta una ‘Carta per il superamento delle logiche manicomiali’, in modo da poter individuare le situazioni territoriali esterne più idonee all’assistenza delle persone da domettere”.Si ritiene infatti fondamentale evitare che personaggi appartenenti alla criminalità organizzata, attraverso la simulazione e consulenti compiacenti, approfittino dei percorsi sanitari alternativi previsti dalla riforma: a questo proposito è indispensabile una collaborazione tra la Magistratura e gli operatori sanitari. Gli psichiatri – dice Sacchetti – hanno un ruolo primario soprattutto quando incaricati del ruolo di perito o consulente tecnico nel procedimento penale”. “Il modello più a lungo sperimentato – spiega Claudio Mencacci, direttore del Dipartimento di Salute mentale dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano e past president della Sip – è il reinserimento del paziente nell’ambito territoriale di provenienza, in collaborazione con il magistrato e con gli psichiatri degli Opg”.
“Questo modello consiste nell’utilizzare le risorse e le strutture disponibili accreditate dalle Asl, idonee al programma individuale di trattamento. Un’altra possibilità, nel caso di pazienti con caratteristiche cliniche e giuridiche più complesse, prevede il passaggio nelle cosiddette Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems) per accogliere e trattare coloro che hanno una ‘pericolosità sociale’ e necessitano di misure di sicurezza. Queste devono essere intese come un percorso sanitario che inizia anche in condizione di detenzione, prosegue nelle Rems e quindi nelle strutture sanitarie territoriali in funzione del grado di malattia e di collaborazione del soggetto. In questo senso è indispensabile potenziare l’attività della salute mentale negli istituti di pena, unitamente al resto della sanità penitenziaria. Questo – dice Mencacci – è l’unico modo per poter intercettare precocemente il disagio e la malattia psichica ed intervenire” in modo adeguato.
Alcune delle funzioni che venivano svolte dagli Opg, come quella di osservazione psichiatrica, “devono poter essere svolte nelle sezioni speciali ‘di osservazione’ degli Istituti di pena, in rete con le Rems e le restanti strutture sanitarie della salute mentale”, dicono gli psichiatri. “Per il coordinamento di questi percorsi – spiega Enrico Zanalda, direttore del Dipartimento di Salute mentale dell’Asl Torino 3 è strategico che i gruppi di lavoro regionali per il superamento degli Opg svolgano un’azione di monitoraggio e di verifica dei percorsi di cura”. “La Sip – conclude Sacchetti – intende partecipare con proposte e contributi pragmatici affinché il percorso di superamento degli Opg sia occasione per aiutare le persone malate di mente, potenziando i dipartimenti salute mentale e l’assistenza nelle carceri, senza ridurre i già provati servizi territoriali a luoghi di detenzione o custodia sociale”.