Home Politica Tanti (PDL-FI): tirocinio burlesco, a Tarek vada quel posto. No agli azzeccagarbugli

Tanti (PDL-FI): tirocinio burlesco, a Tarek vada quel posto. No agli azzeccagarbugli

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“Bene l’indagine interna, bene gli strali contro la burocrazia, bene lo scandalo politico, bene l’ira del Presidente Vasai, bene la Commissione fatta dal Comune di Anghiari ma a Tarek ora si riconosca quel posto perché in lui è stata creata una giusta aspettativa, perché a lui si è detto che quel tirocinio gli spettava e quindi ora non si cerchino cavilli surreali ed interpretazioni da azzeccagarbugli. Chiedere scusa non basta se poi non si rimedia in concreto”. Così Lucia Tanti Capogruppo di FI-PDL in Provincia di Arezzo. “Se da parte delle Istituzioni si fosse data un’interpretazione restrittiva della legge in base alla quale non avrebbero avuto diritto a quel tirocinio coloro che avessero compiuto i trent’anni al momento della reale attivazione del tirocinio stesso, allora questa informazione andava data subito. Gli Uffici invece hanno accettato la domanda di Tarek Komin e quindi accettandola hanno di per sé avallato che Tarek potesse vedersi primo in graduatoria come è effettivamente risultato. Se poi gli Uffici non riescono a fare pratiche in 4 giorni è davvero un problema del personale a cui adesso non vanno trovate scappatoie interpretative utili ad escludere Tarek. Partiamo dai dati certi: Tarek il 7 gennaio era primo e a lui si è detto che era punito dalla burocrazia il che è inaccettabile. Ora, poiché non possiamo prendercela con Tarek né per la lentezza degli Uffici nè per la circostanza che lo ha visto nascere l’11 gennaio e poiché l’11 gennaio viene dopo il 7 gennaio, data nella quale Tarek era primo, allora a Tarek spetta l’opportunità di fare questo tirocinio. La circostanza- conclude Tanti- che vede la pubblica amministrazione chiedere scusa, cospargersi il capo di cenere e poi “blindare” esiti prodotti in maniera surreale non è tollerabile. Se qualcuno ha fatto errori è bene paghi, ma nel frattempo Tarek avvii il suo tirocinio altrimenti oltre alla beffa c’è pure l’inganno. Temo che storie di piccola ordinaria follia come questa non siano isolate; storie dove le inefficienze e le incapacità finiscono per “orientare” concorsi pubblici ed il fatto che in alcuni casi, come probabilmente in questo, non ci sia dolo non cambia il risultato che vede l’affermazione di esiti mortificanti e di diritti, in qualche modo, effettivamente violati. Anche alla luce del caso di Poppi e di altri casi analoghi forse è tempo che la politica smetta di far le prediche e prenda posizione a partire dal caso di Tarek a cui questo posto di tirocinante spetta. Subito dopo si chiariscano i nomi degli eventuali responsabili e, se ci sono, si eviti che scatti il solito atteggiamento di protezione burocratica e politica volta ad insabbiare tutto. Non sarebbe la prima volta”.