«Sull’emergenza ungulati – e da ultimo anche predatori – fino ad oggi parlare con la Provincia è stato più o meno come parlare con il muro e se faccio il conto degli interventi che ho fatto solo nell’ultimo anno non mi basterebbero le dita di entrambe le mani: ora speriamo che la presa di posizione unitaria di Coldiretti, Cia e Confagricoltura scuota la Provincia. Come ben fanno notare le categorie, ad oggi questa abnorme presenza di ungulati non mette solo a grave rischio l’agricoltura – e già sarebbe gravissimo – ma anche le aree verdi e boschive. In Provincia la situazione è davvero sfuggita di mano e serve ristabilire l’equilibrio tra la densità della fauna ed il territorio. Quello che sfugge alla Provincia è che un numero così alto di ungulati rappresenta rischi gravi per il territorio sia in termini economici – oltre 10 milioni di euro di danni in 5 anni, se prendiamo le stime più basse- ma anche di sicurezza stessa aumentando a dismisura il pericolo di frane e di rottura degli argini con conseguente strappo dei corsi d’acqua. Siamo in ritardo, ma davvero rischiamo grosso e se non si trovano rimedi efficaci si apre una vera emergenza di tipo ambientale. Per questo dopo appelli caduti nel vuoto ho chiesto tramite un’interrogazione del dicembre 2013, ancora senza risposta, di seguire le tracce della Provincia di Firenze almeno per tamponare le criticità per il mondo agricolo e poi rivedere complessivamente tutta la politica di settore. Ho sempre pensato che in questo settore, come in tutti gli altri, si dovesse procedere con equilibrio e decisione applicando soluzioni concordate tra tutti i soggetti. Il tempo che è stato perso è davvero irrecuperabile e su questo la bocciatura politica è senza appello, ma ora davvero troviamo soluzioni veloci. Temo che alla fine anche da noi si arriverà ad atti vergognosi come quelli che stanno accedendo in queste settimane nel grossetano dove gli allevatori, ormai esasperati, si lasciano andare ad azioni incivili contro i lupi uccidendoli ed esponendone le carcasse nelle pubbliche piazze. Questo è inaccettabile ma è il risultato di politiche fallimentari e la situazione aretina, purtroppo, rischia di non essere troppo lontana. L’appello quindi è quello di fare oggi ciò che non si è fatto mai: predisporre un piano d’emergenza che tuteli gli agricoltori, gli allevatori, la sicurezza del territorio e la tenuta di un equilibrio ambientale. Un piano straordinario che, alla fine, tutela anche gli animali perché evita di aprire la strada a soluzioni “fai da te” che sono frutto di esasperazione che non va giustificata, ma che va però prevenuta».

Lucia Tanti Capogruppo PDL-FI Provincia di Arezzo