Città del Vaticano, 22 set. (AdnKronos) – “Si resta inorriditi e increduli davanti al feroce e continuo spargimento di sangue di tanti cristiani”, esclama Bagnasco. “L’intolleranza religiosa, che violenta il diritto di professare la propria fede, è una vergogna terribilmente attuale. Per questo – afferma – non possiamo tacere”.
Dopo aver ricordato come si sia “elevata unanime e alta la nostra voce di Pastori che ha accompagnato quella di Papa Francesco”, il presidente della Cei ritorna sul “forte appello inviato al Consiglio di sicurezza dell’Onu perché la comunità internazionale uscisse dal silenzio imbarazzato e pauroso e prendesse le misure necessarie affinché lo scempio abbia fine e i cristiani, come le altre minoranze religiose, possano tornare nelle loro case liberi e in pace”.
Ma, avverte Bagnasco, “insieme a un primo intervento economico che arriverà ai perseguitati, c’è un’altra forma di prossimità di cui siamo debitori: è la testimonianza più coraggiosa e convinta della fede: nel nostro Paese – lamenta il presidente della Cei – vivere da cristiani non pone a rischio la vita, ma non di rado provoca incomprensione e derisione. E’ un debito – sottolinea il cardinale – che abbiamo, per rispetto al sangue dei martiri”.