Home Nazionale Tra gallerie e case d’asta, le professioni dell’arte sfidano la crisi

Tra gallerie e case d’asta, le professioni dell’arte sfidano la crisi

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Milano, 7 mar. (Labitalia) – I giovani sognano sempre di più di lavorare nel mondo dell'arte. E' quanto emerge da un sondaggio condotto dall'Università Iulm – una delle realtà italiane più all'avanguardia per quanto riguarda l'offerta formativa rivolta ai futuri professionisti dell'arte – su un panel di 200 matricole iscritte alle seguenti facoltà: Arti, design e spettacolo; Turismo: cultura e sviluppo dei territori; Arti, Turismo e Mercati. La ricerca è stata resa nota in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico 2013-2014. La maggior parte degli studenti interrogati (35%) ha dichiarato di aspirare al mestiere di curatore d'arte, mentre il 20% sogna di diventare consulente e manager di fondazioni culturali e artistiche, di gallerie o di case d'asta. Le altre professioni più ambite sono: il critico d'arte (15%), il funzionario nelle istituzioni che si occupano di beni culturali (10%), la guida turistica (8%), lo stimatore di opere (5%), il conservatore di musei (3%). Secondo un monitoraggio di 50 testate internazionali tra le più autorevoli e prestigiose realizzato dall'Università Iulm per individuare tendenze significative sui nuovi mestieri legati ai beni culturali, le aspirazioni lavorative degli universitari italiani rispecchiano fedelmente quello che è il trend rilevato negli ultimi anni."In un mondo che sta attraversando una delle crisi economiche più lunghe della sua storia, con la finanza e l'industria allo sbando, il mercato del lavoro – sottolinea lo studio – cambia e professioni che un tempo apparivano di nicchia si riscoprono all'avanguardia. La cultura torna così protagonista di un nuovo Rinascimento dando forma al mestiere del futuro: il manager dell'arte, che incarna quel rinnovamento capace di coniugare tradizione e tecnologia, savoir faire e comunicazione, senza per questo banalizzare la cultura". Curatore, manager, responsabile o direttore: i nomi sono molteplici, ma la professionalità unica ed esaltata dalle più prestigiose testate planetarie. Emblematiche le parole del quotidiano francese 'Le Monde', che considera il mestiere di curatore come "il lavoro più giovane del mondo": "I curatori devono avere mille talenti con una formazione completa e l'economia che diventa protagonista per un lavoro senza riposo". Il New York Times definisce i curatori "itineranti" addirittura "vere e proprie celebrità del mondo dell'arte", mentre il tedesco Die Zeit parla di "una specie di 'dj' dell'arte", colui che sceglie i pezzi migliori da inserire nella colonna sonora vincente e di successo". Ma quali sono i Paesi che danno maggiore spazio a questa nuova professione? Senza dubbio gli anglosassoni, coloro che hanno per primi coniato il termine di 'curator' e che da tempo considerano l'arte una grande risorsa così come le professioni ad essa collegate. Seguono tedeschi, in ascesa, e francesi, un po' più tradizionalisti, ma in prima linea per la difesa e la veicolazione del proprio patrimonio culturale.Ma anche i manager dell'arte italiani partono oggi alla conquista del mondo, non solo perché in Italia c'è crisi ma anche perché è il pianeta arte ad acclamarli a gran voce. Un esempio fra tutti, Massimiliano Gioni, ormai una star della stampa estera, ma anche Marco Goldin, già docente Iulm, che è riuscito nell'impresa 'impossibile' di convincere il Mauritshuis Museum de L'Aia a lasciar uscire il capolavoro di Vermeer 'La ragazza con l'orecchino di perla' alla volta dell'Italia.