Home Nazionale Ucraina, al via la missione Ue per il sostegno alle riforme. Putin: “Ciascuno deve potersi sentire a casa”

Ucraina, al via la missione Ue per il sostegno alle riforme. Putin: “Ciascuno deve potersi sentire a casa”

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Bruxelles, 17 nov. – (AdnKronos) – L’Unione Europea lancia la missione per sostenere il percorso di riforme istituzionali in Ucraina. Dal prossimo primo dicembre e per due anni la Euam Ukraine, la missione Ue di consulenza per le riforme del settore della sicurezza civile in Ucraina, assisterà le autorità ucraine nel rafforzamento dello Stato di diritto e nel rinnovamento delle istituzioni e delle forze di polizia. “Gli esperti dell’Unione europea -ha detto l’alto rappresentante Ue per gli Affari esteri, Federica Mogherini, alla firma dell’accordo con il ministro degli Esteri ucraino, Pavlo Klimkin- lavoreranno per contribuire a istituzioni efficienti e affidabili sotto il controllo democratico”.
Fra i principi della missione Ue ci sono il rispetto dei diritti umani, la lotta alla corruzione e il rispetto della parità di genere. La missione, si spiega dal Consiglio Ue, ha carattere civile e non militare e avrà un budget per i primi 12 mesi di 13,1 milioni di euro.
Putin: soluzione possibile – Sulla questione è intervenuto anche Vladimir Putin, che si è detto convinto della possibilità di una soluzione. Nel corso di un’intervista all’emittente tedesca Ard, il presidente russo ha criticato il governo di Kiev per quella che ha definito la scelta di ricorrere alla forza piuttosto che al dialogo con i ribelli filorussi dell’est del paese, si è detto preoccupato per la minaccia di pulizia etnica nell’est del paese, ha difeso la strategia attuata da Mosca in Crimea. Per il presidente della Federazione russa, il futuro dell’Ucraina non può che essere positivo a condizione che venga istituito un quadro generale che consenta a ogni minoranza di trovare il suo posto nel paese. “Si tratta di una grande nazione con abitanti straordinari. Ma manca una cosa: la presa di coscienza che per arrivare al successo, alla stabilità e alla crescita, ciascuno debba avere il sentimento di essere a casa propria nel paese, qualunque sia la lingua parlata, ungherese, russo, ucraino o polacco”.
Merkel: la crisi non è solo regionale – Diversa l’opinine di Angela Merkel che è tornata a criticare Mosca per la sua gestione della crisi ucraina e ha messo in guardia contro il rischio che la vicenda divampi in un grande incendio: “Chi avrebbe pensato che una cosa simile sarebbe potuta accadere 25 anni dopo la caduta del Muro di Berlino, la fine della guerra fredda e la divisione del mondo in blocchi?”, si è chiesta nel corso di un intervento di politica estera pronunciato a Sydney, dove si trova in visita ufficiale. “La crisi ucraina non è solo regionale”, ha affermato alludendo al volo MH17 abbattuto mentre sorvolava l’Ucraina orientale. “Con questo esempio possiamo vedere che ci coinvolge tutti”, con rischi in particolare per Moldavia, Georgia e Serbia. La Russia porta avanti un vecchio ragionamento per cui l’Ucraina rientra nella sua sfera di influenza, ha ancora sottolineato: “Dopo l’orrore della seconda guerra mondiale, e la fine della guerra fredda, questo rimette in questione tutto l’ordine di pace europeo”, ha proseguito. “Non si tratta solo di Ucraina. Si tratta di Moldavia, Georgia se va avanti così, ci si può chiedere, ci si deve chiedere per la Serbia, per gli stati balcanici occidentali”. La storia ha dimostrato “che i conflitti regionali possono convertirsi rapidamente in un incendio”.
Mosca espelle diplomatici polacchi – Intanto alla crisi ucraina, si sono aggiunti nelle ultime ore i problemi con la Polonia. La Russia ha infatti espulso alcuni diplomatici polacchi da Mosca in risposta alla precedente decisione del governo di Varsavia di dichiarare persona non grata alcuni diplomatici russi. L’annuncio è stato dato oggi dal ministero degli Esteri moscovita. “Purtroppo le autorità della Polonia hanno deciso di compiere un passo non amichevole e infondato”, hanno affermato al ministero, in una dichiarazione citata dall’Itar-Tass. “Così da parte russa si sono adottate adeguate misure di risposta e diversi diplomatici polacchi hanno già lasciato il territorio di questo paese per attività incompatibili con il loro status”, è stato poi detto, senza che venisse precisato il numero dei diplomatici polacchi a cui è stato chiesto di lasciare il paese. Il mese scorso i media polacchi avevano dato notizia dell’arresto di due persone sospettate di attività di spionaggio a favore della Russia.