Home Nazionale Veneto: Gardin, Italia Stato occupante, cancelliamo il trattato di Campoformio

Veneto: Gardin, Italia Stato occupante, cancelliamo il trattato di Campoformio

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Roma, 24 set. – (Adnkronos) – “Il fronte indipendentista del Veneto ha diverse espressioni, quella dei referendum non è l’unica. I referendum, a mio parere, sono illogici, sono un’arma spuntata, e non portano alcun risultato come abbiamo potuto vedere in Scozia dove hanno vinto i no”. Lo afferma all’Adnkronos Albert Gardin, presidente del ‘Governo Veneto’ manifestando la forte intenzione di “mettere in piedi una repubblica veneta, civilmente e senza chiedere allo stato italiano e alle istituzioni internazionali un riconoscimento”.
“Noi riteniamo lo stato italiano uno stato occupante – continua Gardin – come lo sono stati in passato Francia e Austria. Noi parliamo di un popolo veneto con una sua storia specifica, una sue identità precisa. Ci troviamo nel ‘regno d’Italia’ con la forza e non per nostra scelta: ogni popolo ha diritto ad essere libero e il popolo veneto ha diritto a tornare quello che era: a prima del 1797 quando con il trattato di Campoformio tra l’Austria e la Francia si segnò la fine della Repubblica di Venezia”.
“Alcuni chiedono il referendum, dal mio punto di vista è illogico perchè vuol dire chiedere allo Stato italiano di riconoscere un titolo al popolo veneto. Noi troviamo questa soluzione illogica e abbiamo intrapreso un percorso, ‘autodissanguandoci’ economicamente, completamente diverso con una delegittimazione dello stato e l’avvio della creazione di istituzioni parallele: un parlamento, un governo, una magistratura e quant’altro. Perchè se i veneti non riacquisiscono una capacita’ di autoamministrarsi non potremo costituire uno stato come continuazione di quello prima del 1797”.
“Noi vogliamo affermare che ci siamo e vogliamo delegittimare lo stato che consideriamo occupante – prosegue Gardin – circa un mese fa abbiamo riunito il ‘parlamento veneto’ a Brescia e il prossimo 18 ottobre faremo un’altra riunione a Campoformio, anzi Campoformido. Noi non facciamo richieste all’Italia, noi ci consideriamo occupati e vogliamo giustizia. La nostra lotta – conclude – maturerà nel tempo e intanto rafforzeremo le nostre istituzioni e per il 2 novembre dovremmo fare una manifestazione civile e pacifica per sostenere il nostro percorso democratico”.