Home Nazionale Violenza su donne: Boldrini, Italia prima a ratificare Convenzione Istanbul

Violenza su donne: Boldrini, Italia prima a ratificare Convenzione Istanbul

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Roma, 19 set. (Adnkronos) – “L’Italia è stata il primo Paese fondatore del Consiglio d’Europa e dell’Ue a ratificare la Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne ed alla violenza domestica, e lo strumento di ratifica è stato il primo atto legislativo di questo Parlamento, nell’estate dell’anno scorso”. Lo ha ricordato la presidente della Camera, Laura Boldrini, intervenendo alla conferenza internazionale “Al sicuro dalla paura, al sicuro dalla violenza”, sull’entrata in vigore della convenzione di Istanbul che si è svolta all’Auletta dei gruppi a Montecitorio.
La conferenza, ha spiegato, è un’iniziativa “tesa a dare risalto all’importanza e alle potenzialità di questo trattato, al fine di sollecitare i Paesi non aderenti a farlo e di incoraggiare gli Stati parte ad attuare in maniera piena e compiuta quanto previsto dalla Convenzione. A livello nazionale, europeo e globale, circa una donna su tre ha subìto violenze fisiche o sessuali ed i costi per le spese sanitarie, sociali e per l’apparato di sicurezza e giudiziario sono enormi. Vorremmo spendere questi soldi diversamente”.
“Anche per questo -ha aggiunto Boldrini – è dunque imperativo utilizzare tutti i mezzi a disposizione per mettere fine a questo fenomeno, agendo in maniera strategica, coordinata e sinergica, come indicato proprio nella Convenzione di Istanbul. Nella lotta alla violenza contro le donne è fondamentale l’aspetto repressivo: chi commette abusi contro una donna deve essere sottoposto all’azione giudiziaria e deve essere messo in condizione di non reiterare il reato”.
(Adnkronos) – Ma secondo Boldrini è anche necessario “promuovere politiche efficaci per l’occupazione femminile, che è alla base dell’autonomia che consente anche di affrancarsi dalla violenza: una donna che ha dipendenza economica farà più fatica a liberarsi da un rapporto violento. Occorre coinvolgere maggiormente gli uomini. Occorre attuare campagne formative nelle scuole, per condurre i giovani – esposti oggi in maniera massiccia alla mercificazione dei corpi femminili – verso una consapevolezza più matura del proprio genere e di ciò che comporta l’interazione con l’altro sesso”.
“Allo stesso modo, non si può tralasciare l’aspetto degli stanziamenti da parte dello Stato per combattere e prevenire la violenza contro le donne, nonché per offrire protezione ed assistenza alle vittime. In tempi di crisi economica, questo è un settore che richiede maggiori, non minori investimenti. Se vogliamo far sul serio, dobbiamo dimostrarlo anche nella ripartizione delle risorse. E, infine, occorre agire nella direzione indicata dalla Convenzione: attraverso piani e strategie articolati a livello locale e nazionale e che vedano il coinvolgimento di tutti gli attori pertinenti”.
“Su questo punto devo sollecitare il Governo affinché agisca al più presto: se i fondi stanziati stanno cominciando a essere erogati, occorre però elaborare ed attuare prima possibile il Piano straordinario contro la violenza sessuale e di genere, annunciato nelle norme sul ‘femminicidio’ emanate l’anno scorso. Abbiamo bisogno di dare segnali concreti del nostro impegno”.