Home Nazionale A Milano fra pseudoscienze e hobby le carte d’identità svelano mestieri curiosi

A Milano fra pseudoscienze e hobby le carte d’identità svelano mestieri curiosi

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Milano, 13 ago. (Labitalia) – Gli occhi, si dice, sono lo specchio dell’anima. E a Milano c’è chi di questo modo di dire ne ha fatto una professione. Scorrendo gli elenchi dei mestieri più rari – rilasciati dall’Anagrafe in base a quanto i cittadini dichiarano nel compilare la carta di identità – ci si imbatte in un iridologo.
A prima vista potrebbe quasi sfuggire, collegando semplicemente questa parola a qualcosa di medico inerente gli occhi. Ma, a cercar bene, si scopre che l’iridologia è una pseudoscienza che analizza l’iride delle persone per indagarne gli aspetti psichici (oltre che eventuali malfunzionamenti fisici).
Ma il concittadino iridologo è in buona compagnia in fatto di mestieri curiosi. Scorrendo l’elenco, infatti, si scopre che a Milano vivono anche un domatore, due commissionari, due parolieri, due guide polari e due spazzacamini.
Tra gli sportivi che popolano questa curiosa classifica si trovano due fantini, un calciatore, un accompagnatore di montagna, due maestri di karate e tre di judo, quattro paracadutisti e tre istruttori di scherma. E poi c’è chi ha fatto dei propri ideali e dei propri hobby una professione: come il metafisico, i tre ambientalisti e il filatelico.
Basta poi un po’ di fantasia per far diventare curiosa anche una professione comune. È il caso degli unici due ‘creatori di alta moda’, che di certo in una città come Milano non sono soli ma, per lo meno sulla carta d’identità, si sono distinti. Stesso discorso per i due ‘pastori di culto’, non unici ma di certo rari per quel che riguarda la definizione scelta.
Chissà che poi i più giovani scorrendo questi elenchi non possano scegliere un mestiere ai più sconosciuto, ma forse proprio per questo utile per entrare presto nel mondo del lavoro: per esempio, a Milano, ci sono solo un figurinista, un pantografista, due galvanotecnici e due fisiochinesiterapisti. La concorrenza, dunque, apparentemente non è molta.