Home Attualità A Napoli la lotta all’evasione fiscale diventa una start up

A Napoli la lotta all’evasione fiscale diventa una start up

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Napoli, 9 gen. (Labitalia) – Riparte da Napoli la lotta all’evasione fiscale e, per essere efficace, punta sulla business intelligence. A lanciare l’idea è una start up creata da un ingegnere e un economista, entrambi napoletani, che hanno messo a fattor comune le loro competenze e ottenuto un sostegno grazie a ‘Smart&Start’, l’incentivo promosso dal ministero dello Sviluppo Economico e gestito da Invitalia. Così, una passione si è trasformata in un’idea di impresa ed è pronta a offrire un servizio alle amministrazioni e ai cittadini. Grazie a una piattaforma innovativa che si chiama Texplora.
“Io e Corrado – racconta Antonio Russo, ingegnere informatico e amministratore delegato di Texplora – ci siamo prima di tutto scelti, perché abbiamo competenze complementari di ormai quasi 20 anni: Corrado è un docente della Seconda Università di Napoli di Economia aziendale con una specializzazione nella pubblica amministrazione e io ho un’esperienza quindicinale nella gestione di progetti di innovazione tecnologica principalmente basati sull’informatica”.
“Ma ci siamo subito resi conto che le nostre competenze e i nostri sforzi non potevano essere sufficienti per trasformare l’idea in un’impresa -ammette- e che era necessario costruire un network di competenze e professionalità da affiancare alle nostre”.
“Per questo, sin da subito, abbiamo scelto un partner tecnologico, che è Sixtema, una società napoletana che ha eccellenti competenze nel campo della business intelligence, e poi abbiamo avviato una collaborazione con i professori Romano e Sansone del Dipartimento di Ingegneria Elettrica e Tecnologie dell’Informazione dell’Università Federico II, in maniera da attingere ai contenuti di ricerca più innovativi da inserire all’interno della nostra piattaforma”, aggiunge.
Fondamentale è stato il sostegno di Invitalia con ‘Smart&Start’: “Progetti come questo – afferma il cofondatore di Texplora Corrado Cuccurullo, docente di Economia aziendale alla Seconda Università di Napoli – hanno un grandissimo valore. D’altronde, oggi l’imprenditorialità è in molti casi anche una via obbligata rispetto allo scenario macroeconomico. Nel caso nostro, non c’erano esigenze di carattere occupazionale, per cui è stata soprattutto la passione”.
“Il contributo di Invitalia, al di là dell’aspetto finanziario, che sicuramente non è irrilevante né secondario, è stato soprattutto uno sprone verso una nostra passione, dal momento che ci ha consentito di rafforzare il nostro convincimento – sottolinea – che era un’idea buona, sostenibile e soprattutto di grande innovazione sociale”.
“L’idea – spiega Cuccurullo – nasce fondamentalmente da due esigenze. La prima è quella dei Comuni, perché negli ultimi anni, soprattutto dopo il 2012, con la spending review, c’è stata una riduzione vistosa dei trasferimenti dagli enti centrali, per cui il recupero dell’evasione rimane l’unica via percorribile per mantenere un elevato livello sia qualitativo che quantitativo dei servizi sul territorio”.
“La seconda – prosegue – deriva dalla constatazione che in Italia ci sono 8mila Comuni, però soltanto 140 superano i 50mila abitanti, e questo significa che dal punto di vista organizzativo delle competenze ci sono delle debolezze strutturali nei piccoli Comuni in merito al recupero dell’evasione”.
“Questo è il motivo per cui – osserva – molti affidano a delle società concessionarie questa attività di recupero del gettito fiscale, con costi sicuramente più elevati, ma soprattutto con un minor grado di autonomia decisionale in merito alla definizione delle priorità di recupero”.
“Queste sono le esigenze a cui risponderà la nostra idea, Texplora, che non è una soluzione software – precisa Cuccurullo – che noi vendiamo agli enti locali, ma un servizio che forniamo in termini di segnalazioni qualificate, perché per ciascuna noi indichiamo un rating che si basa sulla rilevanza economica della segnalazione, sull’affidabilità della segnalazione stessa, poi verificata attraverso l’incrocio di varie banche date e soprattutto della capacità patrimoniale del soggetto evasore”.
“Dunque, consideriamo Texplora un’innovazione sociale, un servizio che è più trasparente, che ha minori costi e soprattutto permette di recuperare l’evasione fiscale e di mantenere adeguatamente i servizi sul territorio a tutto vantaggio di chi come cittadino paga le tasse con regolarità”, sottolinea.
E le applicazioni pratiche sono già in cantiere: “Tra pochissimo partirà un progetto pilota – annuncia Cuccurullo – presso un Comune di grandi dimensioni, oltre 60mila abitanti, della provincia di Napoli, che è Afragola: il sindaco Tuccillo e l’intera sua amministrazione, che cogliamo l’occasione per ringraziare, sono stati molto sensibili e interessati a quelli che possono essere gli sviluppi di Texplora e soprattutto i benefici che può portare alla collettività”.
Ma come funziona, in concreto, questo sistema di ‘caccia’ all’evasore? “La nostra piattaforma – spiega Russo – consente di produrre segnalazioni qualificate di casistiche di potenziale evasione fiscale e lo fa attraverso una piattaforma software con un elevato grado di automazione, che consente di integrare dei dati che provengono da molteplici fonti informative, alcune delle quali sono gestite direttamente dal Comune, mentre altre sono messe a disposizione da agenzie centrali o da enti pubblici di rilevanza nazionale”.
“Nella nostra piattaforma, è presente un motore – prosegue – che digerisce queste informazioni, le integra e consente di identificare i casi di potenziale evasione, e poi di produrre accanto a questi un fascicolo informativo completo che consenta di procedere con l’accertamento dell’evasione nei confronti del soggetto”.
“L’obiettivo è proprio quello di evitare – avverte – che i Comuni facciano un accertamento di massa, che è quello che oggi succede, e con gli scarsi risultati che oggi si hanno, perché le percentuali su quella che in gergo viene detta ‘riscossione coattiva’, sulle persone che non pagano le tasse, è veramente bassissima. Invece, il fatto di qualificare le segnalazioni consente di andare mirati su alcuni casi di evasione e soprattutto – conclude Russo – di andare su casi di evasione affidabile e verso dei soggetti che hanno una capacità patrimoniale adeguata poi a pagare quello che non hanno pagato”.
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